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Ex voto in Piemonte - Il bestiame

Quali sono le tematiche più ricorrenti negli ex voto che hanno animali per soggetto? Per quanto non sia facile capire, dalle tavolette presenti nell’area di indagine, quale sia il motivo vero per cui l’ex voto sia stato realizzato e portato in offerta, viene da pensare che per lo più si tratti di malattie che colpiscono il singolo capo o la mandria. Alcune tavolette, sono chiaramente volte a ringraziare per un parto iniziato male ed evidentemente andato a buon fine. Altre fanno chiaramente riferimento ad epidemie, da cui la mandria è stata preservata. Ve ne sono poi alcuni decisamente curiosi. Al museo civico di Savigliano, ad esempio, è esposto un quadretto, datato 1905 e proveniente dal vicino Santuario della Madonna della Sanità, in cui una donna, sull’aia della cascina, prega per la sorte delle numerose galline che le stanno attorno. È evidentemente un ex voto insolito, proprio perché ci dimostra come, ancora all’inizio del secolo scorso, avessero un ruolo centrale nell’economia domestica anche i piccoli animali che oggi rivestono un ruolo del tutto marginale nelle case contadine. Analogamente, al santuario di Montebruno, a poca distanza da Pinerolo, fa spicco un curioso dipinto in cui, è rappresentato un campo pullulante di bruchi biancastri.
Ex voto bestiame nel Santuario Monte Bruno Garzigliana
In alto una figura di santo che sovrasta quattro alberi a latifoglia. I bruchi hanno tutto l’aspetto dei bachi da seta mentre le foglie adagiate per terra e gli alberi sullo sfondo fanno chiaramente pensare al gelso. La figura cui l’ex voto è dedicato, poi, rappresenta essa stessa un motivo di curiosità in quanto non si tratta della Vergine Consolatrice, cui il santuario è intitolato, bensì di un santo poco identificabile. Nel caso si trattasse effettivamente di bachi da seta la figura di riferimento potrebbe essere S. Giobbe (ipotesi plausibile anche per la raffigurazione del santo, effigiato come un vecchio con la lunga barba, vestito con la tunica) che ne è, secondo la tradizione popolare, il protettore. Giobbe è effettivamente personaggio biblico noto per la pazienza. Egli visse nella città di Hus che molti collocano tra l’Arabia sett. e l’Idumea. Ricco e felice egli attraversò con estrema rassegnazione una serie di traversie che lo portarono alla miseria, alla perdita dei figli e ad una grave malattia per cui vide il suo corpo ricoprirsi di piaghe. Emblematiche le sue parole di rassegnazione davanti alla perdita delle cose e delle persone più care: Jahweh ha dato e Jahweh ha tolto: il nome di Jahweh sia benedetto. Dopo queste durissime prove Giobbe riebbe i suoi armenti e riebbe ricchezza. Generò altri 7 figli e 3 figlie e visse ancora per 140 anni. Era invocato dai tessitori lombardi e dagli allevatori di bachi da seta. Altro Santo cui veniva affidata la custodia dei bachi da seta, soprattutto in Piemonte, era S. Felice da Cantalice (Felice Porri: 1515 - 1587), cappuccino nel convento di Anticoli, non distante da Fiuggi. Il suo miracolo più famoso di cui si narra riguarda proprio i bachi da seta: egli cioè guarì i bachi di un allevamento, colpiti da una malattia infettiva causata dall’umidità. Con foglie intrise d’acqua (le foglie di gelso che si somministrano ai bachi, devono essere rigorosamente asciutte) egli riuscì a sanare ed a moltiplicare le larve, fino a quel momento morte in gran numero. Va da sé che a quel tempo l’allevamento di questi insetti e la vendita dei bozzoli rappresentassero una voce economica importante nelle campagne.
A prima vista sembrerebbe che la tavoletta, che purtroppo non reca riferimenti temporali o comunque utili ad identificarne il donatore, sia effettivamente da mettere in relazione con una grazia ricevuta per la salvaguardia dei bachi, ma ci potrebbe anche essere un’altra ipotesi. Potrebbe cioè trattarsi di una grazia relativa alla preservazione dei campi da un’invasione di bruchi, che in effetti sono dipinti nell’intento di divorare le foglie che si trovano sotto di loro. In questo caso, ovviamente, diventerebbe assai difficile riconoscere il santo effigiato nel quadretto, anche perché non reca alcuno di quei simboli tipici dell’iconografia cristiana, utili ad una sua identificazione.
Perché gli animali fossero così importanti nel mondo contadino cuneese e torinese di fine ‘800, inizio ‘900, è persin troppo ovvio. Era questo un mondo ove si viveva per lo più, soprattutto in montagna o nella campagna più profonda, in regime di rigido autoconsumo. Ovvio quindi che l’animale, in una struttura economica di questo genere, rivestisse un ruolo fondamentale: fondamentale per il lavoro che permetteva di svolgere (equini e bovini era utilizzati come bestie da traino o da trasporto) o per i prodotti che forniva, molte spesso non consumati, ma direttamente rivenduti (burro e formaggi in particolare). Per quanto possa sembrare strano, in questo contesto anche le galline, le oche ed i conigli, per non parlare di capre, pecore e maiali, avevano un ruolo fondamentale. Essi, infatti, rappresentavano l’unica riserva di proteine nobili a disposizione dei componenti del nucleo familiare, in quanto erano in grado di fornire carni capaci anche di essere conservate sotto sale o insaccate. Ciò, in tempi in cui il frigorifero non esisteva rappresentava un grande vantaggio. Non solo, ma da questi animali si potevano anche ottenere prodotti di derivazione quali la lana, il pelo, la pelle utile alla produzione di otri.
Ex voto bestiame nel Santuario di San Magno a Castelmagno
Ex voto bestiame nel Santuario di San Magno a Castelmagno
Alcuni santuari dell’arco alpino o della pianura, come ad esempio il santuario di S. Magno in val Grana o quello di Cantogno nella pianura pinerolese erano (e lo sono ancora caratterizzata dalla presenza di numerose tavolette dedicate al bestiame; ciò perché il primo dei due era posto in una vasta area di pascolo (in val Grana la produzione di formaggi d’alpeggio è sempre stata un’importante voce economica, oggi vi si produce il Castelmagno), il secondo, invece in una zona della pianura ricca di allevamenti bovini. Ex voto bestiame nel Santuario Madonna del buon rimedio in fraz Cantogno
Ex voto bestiame nel Santuario Madonna del buon rimedio in fraz Cantogno
Ex voto bestiame nel Santuario Madonna del buon rimedio in fraz Cantogno

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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 02.05.2022



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