Chiesa evangelica valdese - Il culto
Semplicità e sobrietà sono tratti distintivi del culto evangelico che non necessita di luoghi o templi particolari.
Anche la funzione del predicatore che preside l’assemblea non ha alcun carattere sacro. La sua funzione è distinta non tanto
per questioni di principio ma soprattutto per ragioni pratiche, in quanto la comunità stessa riconosce in tale persona
particolari competenze in materie bibliche nonché la maturità nella fede. La struttura del culto, basata
sull’alternarsi delle letture bibliche, del canto e delle preghiere può essere suddivisa in seguenti sezioni:
- l’apertura
- la confessione del peccato
- la lettura della Bibbia
- la predicazione
- la confessione di fede
- la preghiera d’intercessione
- la chiusura con la benedizione finale.
La Cena del Signore è celebrata solo in alcune occasioni. In linea di principio è la comunità stessa che decide
la frequenza della sua celebrazione che può variare da quattro volte all’anno fino alla frequenza mensile. Nell’ordine
del culto la Cena del Signore s'inserisce tra la confessione di fede e l’intercessione. Le sue principali parti sono:
- il racconto della sua istituzione tratto dal Nuovo Testamento
- preghiera di ringraziamento (dal verbo greco eucharisteo deriva il nome "eucaristia" usato nelle chiese cattoliche e ortodosse)
- invocazione dello Spirito santo
- la frazione del pane e la benedizione del calice del vino
- la distribuzione del pane e del vino alle persone partecipanti.
Anche in questo caso qualunque persona chiamata dalla comunità può presiedere la celebrazione della Cena
del Signore. Tale prassi è legata alla visione biblica dei sacramenti che sono due: la Cena del Signore appunto e il
battesimo. Questi segni non hanno altra funzione che rappresentare le promesse del Signore davanti ai nostri occhi e anche di esserne
pegno, devono essere considerati come delle "appendici dell’Evangelo", intese a confermare e rappresentare il suo
contenuto, subordinate dunque alla Parola letta e meditata nella Bibbia, annunciata e spiegata nella predicazione.
Nonostante diverse accentuazioni dottrinali rispetto alle chiese cattoliche e ortodosse il culto evangelico nella sua struttura
corrisponde all’antica prassi delle prime comunità cristiane, le cui tracce sono tuttora visibili nelle liturgie di
tutte le chiese. Ad esempio nella messa cattolica che si divide in liturgia della parola e liturgia eucaristica si possono individuare
gli stessi elementi del culto evangelico. A parte le complesse differenze nell’interpretazione dell’eucaristia, la discordanza
fondamentale è che nel culto evangelico non può mancare la predicazione, mentre nella messa cattolica non
può mancare la parte eucaristica, intesa come centro della liturgia.
Altri elementi caratteristici della vita ecclesiale della Comunità valdese: la mancanza di immagini nelle chiese, il
matrimonio dei pastori, la comunione con il pane ed il vino, il rifiuto delle reliquie.
Da questi principi teorici, dottrinali deriva anche una visione particolare della Chiesa. La comunità cristiana vista come
incontro e comunione dei credenti più che come organizzazione strutturata gerarchicamente ha una impostazione di
vita che risponde ad una sensibilità di tipo democratico e non clericale.
A differenza delle chiese di tipo cattolico, i valdesi non raccolgono il principio della successione episcopale secondo cui la
presenza di Cristo è garantita dalla successione dei vescovi; essi affermano che tra Cristo e la Chiesa (=comunità di credenti)
non ci sono forme di autorità intermedia; il popolo dei credenti è chiamato a vivere la sua fede avendo la certezza che il
Signore lo guida mediante il suo Spirito. Di conseguenza la chiesa non può dare direttive specifiche concernenti le scelte politiche,
l’etica sessuale.
Approfondimento valdesi
-
Federazione Chiese evangeliche in Italia (F.C.E.I.)

Ciao,
mi chiamo Stefano.
Piemonte Sacro è la mia passione dal 2001.
AIUTA il progetto Piemonte Sacro a crescere
DONA SOLO 2 euro! Te ne sarò GRATO .