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Le Croci… segni sacri sul territorio piemontese

Qual è la funzione delle numerose croci sparse per le campagne o all’ingresso dei villaggi?
Croce sulla strada Vigone Virle
Croce sulla strada Vigone Virle

Esse, grandi o piccole che siano, oltre essere presidi sacri utili a richiamare il viandante ai propri obblighi religiosi, sono state collocate in loco, in tempi più o meno recenti, per motivi disparati. Oltre essere di vario genere, infatti, le croci servono a ricordare un evento particolare o il motivo stesso per cui sorgono nel luogo in cui si trovano.
Croce in frazione Airali a San Secondo di Pinerolo
Croce in frazione Airali a San Secondo di Pinerolo

Nei villaggi, soprattutto quelli alpini, se ne trovano in legno ed a grandezza naturale, in pietra, in ghisa: piccole ed issate su colonne cilindriche o a sezione quadrilatera in pietra, più raramente in ferro; si innalzano quasi sempre al centro dei camposanti di paese (ove non sorge la chiesetta cimiteriale), per affermare il valore cristiano e soprattutto romano della morte.
Non tutte hanno la stessa funzione; spesso, infatti, vennero innalzate tra il XVII ed il XIX secolo, a conclusione di cicli di predicazione (le cosiddette "Missioni") utili a scongiurare il pericolo di una ricaduta della popolazione nel protestantesimo, estirpato a fine `600 con le espulsioni dei valdesi dalle valli.
Croce di Missione a Pourrieres
Croce di Missione a Pourrieres

Croce di Missione a Souchéres Basses
Croce di Missione a Souchéres Basses

Quasi sempre posti nella periferia dei villaggi, erano spesso tappa del triduo di processioni per le Rogazioni.
Le croci in legno erano spesso sostenute dalle macine da mulino esauste, riciclate per l’occasione in quanto già dotate di un grande foro centrale.
Croce con mola di mulino come basamento a Seytes
Croce con mola di mulino come basamento a Seytes

In certe aree della valle di Susa o soprattutto nel Queyras francese o nel Brianzonese, si trovano grandi croci lignee su cui sono applicati gli strumenti della Passione di Cristo. Nel villaggio di Saint Veran, in val del Guil, tre grandi croci lignee si trovano all’uscita del paese. Sulle braccia di quella centrale, la più grande, trovano spazio i chiodi, il martello, la lancia di Longino, una piccola scaletta (quella usata per la deposizione di cristo), il Santo Volto, la frusta della flagellazione, la corona di spine e, su tutto, in cima alla croce stessa, il gallo che cantò 3 volte….
Croce con simboli della passione a St Veran
Croce con simboli della passione a St Veran

Croce con simboli della passione Le Casset - Briançon
Croce con simboli della passione Le Casset - Briançon

Affresco della croce con strumenti passione a Piasco - Val Varaita
Affresco della croce con strumenti passione a Piasco - Val Varaita

Talora le croci erano innalzate per ricordare particolari eventi accaduti nel luogo in cui si trovano oppure, come nel caso della Croce dell’Alpe dei Poveri, in val Troncea, per ricordare un lascito settecentesco (il Lascito Mosé Perron), che vincolava il Comune di Pragelato a sostenere le famiglie meno abbienti con i proventi derivanti dall’affitto dell’alpeggio. Oppure come la croce del M.te Freidour, che ricorda la caduta di un aereo alleato nel 1944, schiantatosi contro il fianco della montagna durante un’operazione di lancio di materiale per i partigiani. Su tutte è famosa la Croce Barone, eretta nei campi tra Volvera e Piossasco nel 1913 per commemorare i caduti della Battaglia della Marsaglia, avvenuta nel luogo 220 anni prima. Questa battaglia si svolse il 4 ottobre 1693 nella regione compresa tra Airasca, Volvera, Piscina, Orbassano e Scalenghe, allora coltivata a riso (ecco perché la denominazione), tra l’esercito francese al comando del gen. Nicolas Catinat e quello della Lega d’Augusta (Piemontesi, Spagnoli, Imperiali) capeggiati dal principe Eugenio di Savoia e dallo stesso duca Vittorio Amedeo II. L’esito dello scontro fu nefasto per gli alleati e da quel momento i numerosi caduti della battaglia furono commemorati con una croce in legno (già conosciuta come Croce Barone, posta nel luogo ove si ritiene che lo scontro sia stato maggiormente sanguinoso) che, annualmente era punto di transito delle processioni per le Rogazioni, in cui si invocava la pioggia per i raccolti. Ad inizio 900 il Conte Lodovico Laderchi, militare a riposo, autore di una pubblicazione sulla battaglia, lanciò la proposta di ricordare questo evento con un monumento importante. Allo scopo si mise alla testa di un comitato per la costruzione della "Croce Barone", inaugurata, con grande cerimonia il 21 ottobre 1913.
Croce Barone a Marsaglia
Croce Barone a Marsaglia

In pianura (zona di Villafranca, Moretta) si collocavano croci nei campi per scongiurare il pericolo di alluvioni e di esondazioni dei fiumi; famosa tra queste la croce di Faule, eretta presso il santuario della Madonna del Lago proprio in una di queste occasioni.
Croce per scongiurare alluvione a Faule
Croce per scongiurare alluvione a Faule

Croce nella risaia a Ronsecco
Croce nella risaia a Ronsecco

Interessanti le croci di cristianizzazione, poste su alcuni massi erratici nella zona di Trana-Sangano. Famoso il masso cristianizzato che si trova sul piazzale antistante la chiesa dell’Abbazia di S. Antonio di Ranverso a Sangano.
Non molto lontano dal nord Italia, nella regione francese della Bretagna, soprattutto nel departiment de Finistere, sono stati spesso cristianizzati con croci in pietra i monumenti megalitici come dolmen o menhir per paura che essi, di cui era inspiegabile l’origine e soprattutto la realizzazione, fossero sostanzialmente di emanazione magica o demoniaca. La spiegazione scientifica sostenibile della presenza di questi grandi massi tra pianura e prima montagna, fu fornita soltanto a seguito di studi ottocenteschi, per cui nei tempi precedenti ed in particolare nel medio-evo, l’esistenza di queste grandi rocce era per lo più considerata frutto di pratiche stregonesche (molte le leggende conosciute riguardo questi massi; quasi sempre legate al mondo della magia). Ecco il motivo per cui, dal `500 in poi, dopo il Concilio di Trento, le rocce erranti furono in molti casi cristianizzate non solo con croci, ma talora anche con edicolette, statue, tabernacoli.

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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 14.10.2019



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