Piloni votivi in Piemonte
I piloni votivi e la loro funzione
I piloni di cui è disseminato il territorio piemontese, sono spesso dei veri e propri ex voto,
ovvero eretti da un singolo o da una famiglia in ringraziamento di una grazia ottenuta, ecco perché sono "votivi".
Frequentemente i piloni si erigevano, anche qui come presidio sacro, in quei borghi ove non c’era spazio
(o disponibilità economica) per costruire una cappella.
Babano (Cavour " To) Edicola a 2 fornici posta ai margini di un quadrivio stradale
Ciargiur del Forno (val Sangone): pilone ad 1 fornice a presidio dell’alpeggio
In molti casi presidiano gli alpeggi in montagna, ove costituiscono l’unico riferimento sacro per chi popola
temporaneamente il luogo.
Queste strutture rappresentano spesso un problema riguardo l’attribuzione della loro proprietà;
ove non sono private, infatti, è molto difficile stabilirne la data di costruzione ed il committente,
in quanto raramente gli archivi comunali e quelli diocesani ne recano traccia. Pietro Caffaro, nel VI° vol. della
sua monumentale storia della Chiesa pinerolese ne parla assai raramente, segno che questi oratori non sono quasi
mai appartenuti alle parrocchie. Ai nostri giorni questo problema si riflette anche sugli interventi di conservazione
che sfuggono quasi sempre alla tutela delle Sovraintendenze, con conseguenze catastrofiche sui restauri,
spesso veri e propri rifacimenti affidati ad operatori di scarsissima competenza.
Cavour, pilone a pianta triangolare posta al centro di un trivio
Vigone (To) Pilone ad 1 fornice posto presso un bivio stradale, dipinto dal pittore Baretta
Detto questo il pilone votivo rappresenta un presidio importante di devozione popolare, in quanto rappresentano
un monito rivolto al viandante, quando sorgono lungo le vie campestri o al borghigiano, quando si trovano in
un villaggio o nei suoi dintorni. Il monito, ovviamente, è un invito a mantenere salda la devozione soprattutto
nei confronti di alcune figure religiose care al mondo contadino; oltre Cristo e la Vergine, infatti, i Santi
raffigurati sui piloni sono figure che trovano particolare venerazione presso chi svolge professioni legate a
questo ambito o chi ne fa direttamente parte e ne popola i borghi.
Posti lungo le vie di comunicazione, i piloni rappresentano un voto affinché chi transita lungo le pedaggere
di campagna o i sentieri di montagna abbia protezione: sia tutelato contro i pericoli rappresentati dal viaggio
stesso e abbia protezione dai malviventi che un tempo, dal medio-evo fino al XIX secolo, trovavano nascondiglio
nelle selve della pianura piemontese. Posti nei borghi, invece, rappresentavano un punto di riferimento,
un luogo di raccolta, un invito alla preghiera ed al raccoglimento. Anche qui, ovviamente vi erano raffigurati
personaggi cui la devozione popolare si affidava per ottenere protezione contro le calamità: S. Grato Vescovo,
difensore dalla grandine, S. Rocco di Montpellier, scudo contro le pandemie, S. Lucia, protettrice della vista.
La Morra (Cn) Pilone a pianta circolare posto in uno snodo stradale
La Morra (Cn) Edicola detta Cappella del Barolo, posta in una vasta area a vigneto
Altra funzione che si riservava a questi piccoli presidi era quella di proteggere i campi ed il lavoro dei
contadini e questo spiega perché, molti di essi, si trovano dislocati nel bel mezzo di vaste aree coltivate
della pianura. In questo caso, le figure che vi sono raffigurate sono Santi cari a chi lavora la terra e
ne invoca la protezione: S. Isidoro, patrono degli agricoltori, S. Antonio Abate, protettore degli animali domestici.
I piloni, dunque, avevano un significato molto più profondo di quanto si possa immaginare e la loro presenza
nelle nostre campagne, per quanto non più assidua (molti purtroppo sono in rovina o quanto meno non ne sono
più leggibili le pitture) è attestazione di quanto profonda fosse un tempo la religiosità contadina.
Bricherasio (val Pellice " To) Pilone posto a presidio di unl’area a vigneto
Cercenasco (To): Pilone Floris, a protezione dei campi
- Scheda generale: la funzione del pilone
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 03.10.2019

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