Domenico Savio (santo)

Il più giovane dei santi non martiri (Riva
presso Chieri, Torino, 1842 - Mondonio, Asti, 1857). Domenico Savio
fu educato a Torino nell'oratorio di don Bosco, che ne scrisse
la vita, si distinse per virtù eroiche. Canonizzato nel
1954. Proclamato nel 1956 patrono dei pueri cantores.
Nel piccolo paese di Murialdo (vicino Chieri , Torino) era
l'inverno 1847. Il cappellano, arrivando il mattino presto alla
sua chiesetta per celebrare la Messa, trovava spesso un bambino di
5 anni, già lì con il suo papà ad attendere
che venisse aperto. E mentre attendeva , pregava inginocchiato sul
gradino della porta. Suo papà Era Carlo Savio, il
maniscalco, e lui si chiamava Domenico.
Quell'anno il piccolo Domenico Savio imparò a servire la
Messa e non mancava un giorno dalla Chiesa, anche se le strade
erano piene di fango o neve. Faceva tenerezza vederlo così
piccino da non arrivare quasi a prendere il messale
dall'altare, eppure così raccolto e pieno di amore da
sembrare un angioletto. Il Sabato Santo a soli 7 anni, fu ammesso
alla Prima Comunione. Quello fu per Domenico Savio un giorno
così felice che non sapeva più se stava in terra o in
cielo. Tornato a casa, con la sua grafia grande e ancora incerta,
ma con la volontà di un campione, scrisse : Ricordi della
mia Prima Comunione :
1-Mi confesserò molto sovente e farò la comunione
tutte le volte che il confessore mi permetterà;
2-Voglio santificare i giorni di festa;
3-I miei amici saranno Gesù e Maria;
4-La morte , ma non i peccati.
A 12 anni fu accompagnato all'oratorio di Don Bosco a Torino
per studiare. Don Bosco lo aveva incontrato alcuni mesi prima al
proprio paese, quando Domenico Savio, accompagnato dal padre, si
era presentato per essere accettato presso di lui. Don Bosco fu
così impressionato di quell'incontro che non lo
dimenticò più.
Dopo un lungo colloquio a tu per tu, Domenico gli chiese:
"Ebbene, che gliene pare? Mi condurrà a Torino per
studiare". Don Bosco rispose: "Eh , mi pare che ci sia
buona stoffa". "E a che può servire questa
stoffa", rispose Domenico. "A fare un bell'abito da
regalare al Signore" fece eco il sacerdote. "Allora io
sono la stoffa e lei è il sarto" . A quel punto, Don
Bosco gli domandò: " Ma quando tu abbia terminato di
studiare latino, che cosa vuoi fare? ". Egli rispose: "
Se il Signore mi concederà tanta grazia, desidero diventare
sacerdote".
Così Domenico Savio arrivò all'oratorio e
cominciò la vita di studente.
Il 24 giugno era l'onomastico di Don Bosco. Tutti vollero
manifestargli il loro affetto e Don Bosco per ricambiare disse:
"Ognuno scriva su un biglietto un regalo che desidera da me.
Vi assicuro che farò il possibile per accontentare
tutti". Le richieste furono stravaganti. Domenico Savio
scrisse 5 parole : " Mi aiuti a farmi Santo". Don Bosco
chiamò Domenico e gli disse: "Ti voglio regalare la
formula della santità. Primo: Allegria. Secondo: I tuoi
doveri ben fatti. Terzo : far del bene agli altri".
Da quel giorno ci provò seriamente. Nell'allegria e nel
far bene i suoi doveri scolastici aveva poco da migliorare. Ma
nell'aiutare gli altri si poteva superare. E ce la mise tutta.
Se c'era un malato da assistere, un compagno in
difficoltà, una stanza da mettere in ordine, era sempre
pronto. Arrivò a prestare i suoi guanti di lana ad un
piccolino che tremava dal freddo.
Un giorno gli venne un'idea grandiosa. C'erano altri
ragazzi attorno a lui che si sforzavano di fare del bene agli
altri. Ma ognuno lavorava per conto proprio. Perchè non
unirsi in una specie di "Società segreta" e
lavorare assieme? Ne parlò con alcuni e anche con Don Bosco.
Il progetto gli piacque e sorse così " La compagnia
Dell'Immacolata". Gli iscritti si impegnavano a far
diventare buoni i loro amici, a tener compagnia a chi era triste o
si sentiva solo, a diffondere gioia e serenità. Fu il
capolavoro di Domenico Savio, e durò nelle case di Don Bosco
più di cento anni. Domenico invece visse solo altri nove
mesi. Nell'inverno del 1857 fu preso da una tosse ostinata.
Tornò a casa per rimettersi in salute, ma morì quasi
all'improvviso il 9 marzo. Il papà, che era accanto a
lui in quel momento raccontò che la Madonna venne a
prenderselo e lui morì con un grande sorriso sul volto.

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