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Il Santuario della Beata Vergine di San Giovanni

Santuario della Beata Vergine

Il Santuario della Beata Vergine di San Giovanni sorge nella zona pianeggiante del paese di Sommariva del Bosco, all’incrocio di due strade che poi, confluendo insieme, proseguono in direzione di Racconigi.
Fu costruito incorporando l’abside semicircolare di una cappella preesistente, su una parete della quale, al suo interno, era dipinta l’immagine della Madonna col Bambino.
Secondo la tradizione, un cieco che, in una tranquilla domenica di maggio del 1685, all’incirca alle quattro del pomeriggio, si era fermato a pregare davanti all’effige, riacquistò la vista. Era il 6 maggio. A seguito del miracolo e d’altri eventi straordinari, la Comunità decise la costruzione del Santuario che, sulla base del progetto di Michelangelo Garoè, uno dei più noti architetti dell’epoca, venne nel tempo assumendo le proporzioni attuali.
L’erezione di quest'edificio comportò grandi sacrifici per la Comunità, in primo luogo per il trasporto di materiali ed il reperimento dei fondi necessari. Nell’esecuzione colpisce l’andamento ellisoidale della costruzione, la monumentalità allegerita da pochi elementi decorativi, che rendono mobile la superficie, lo sviluppo ascensionale dell’insieme che costringe lo sguardo ad elevarsi.
All 'interno la volta è sostenuta da grandi colonne rotonde, poggianti su una base quadrata e l’insieme è impreziosito dall’uso di materiali vari: marmi, stucchi, dorature, sculture, affreschi, con un’interpretazione originale dello spazio.
Le pareti laterali sono scandite da cappelle dedicate all’Arcangelo S.Michele e a S.Antonio Abate. I due quadri sono opere dell’Operti.
In una nicchia è custodita la statua della Madonna sul trono; a sinistra il pulpito è di pregevole fattura.
Di particolare importanza è l’affresco dell’abside, dai tratti gotici, raffigurante la Madonna che, seduta, tiene disteso in grembo il Bambino, con la mano destra protesa su di lui in atteggiamento protettivo, mentre nella sinistra solleva un libro di preghiere.
La bellezza dell’affresco (che qualcuno attribuisce al Turcotto) è oggi purtroppo parzialmente compromessa dall’inserimento successivo d’angeli che reggono una corona sulla testa della Madonna. Quest'inserimento, dettato forse dal esiderio di impreziosire il dipinto e onorare la Madonna, può apparire come una forzatura nella semplice bellezza quattrocentesca che costituiva il pregio maggiore dell’opera.
La facciata, con colonne e capitelli, con lesene addossate, riprende in modo monumentale, ma sobrio la tipologia costruttiva dell’interno. Il campanile, ornato da quattro statue in pietra, ai quattro lati al piano delle campane, ben s'inserisce nel complesso, accentuando il senso di leggerezza che è l’impressione finale, per chi ammira questo gioiello architettonico sia da lontano sia da vicino. Dal 6 maggio 1685, ogni anno, la Comunità celebra con grande sollenità l’evento miracoloso, mantenendo nei riti, che si perpetuano nel tempo, lo stesso spirito di devozione che lega i sommarivesi alla loro "Madonna".

Anita Piovano

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