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Chiesa parrocchiale di ss. Giacomo e Filippo

Chiesa dei SS Giacomo e Filippo

Posta in splendida posizione su una dorsale a dominio della pianura, la Chiesa Parrocchiale ha tutte le caratteristiche di fulcro di un borgo medievale. Infatti, solo all’inizio del XVIII secolo le case, componenti l’antico nucleo, furono abbattute per far posto al viale di ippocastani e al parco del castello. Le due salite, quella della SS.Trinità e del Municipio risalgono alla fine del ’600, prima l’unico accesso alla chiesa era quello che, ancor oggi, ne fiancheggia il lato sinistro. La chiesa più antica sembra fosse dedicata a S.Pietro (B.Alasia p.66); la seconda all’Apostolo S.Giacomo; la terza, l’attuale, ai SS.Apostoli Filippo e Giacomo. Quest'ultima fu edificata dal 1730 al 1733 su progetto dell’ing.Emanuelli; nel 1737 fu aperta al culto e il 16 settembre 1792 consacrata (B.Alasia p.70). Anche il campanile che si eleva per oltre 30 m., massiccio e pur elegante, ricco di colonne, lesene, capitelli e cornici, a 5 ripiani oltre a quello della cupola, è coevo alla chiesa e racchiude nella cella campanaria quattro pregevoli campane (A.Leone p.69). La facciata della chiesa, alta e severa, è divisa in due da una cornice a marcapiano sorretta da numerose lesene a piccoli basi e a capitelli non ultimati. Nella parte inferiore si aprono il Portale maggiore su un’ampia gradinata e, più arretrati i due ingressi laterali su gradinate di proporzioni più modeste. Nella parte superiore è inserita una grande finestra rettangolare, smussata agli angoli e sormontata dal frontone con un timpano che presenta un’apertura circolare sulla quale, su fondo bianco, si può leggere la data di costruzione dell’edificio. Il caldo mattone che caretterizza tutto l’esterno crea un piacevole e inaspettato contrasto con la pregevole decorazione interna. L’interno dell’edificio è a croce greca con notevole sviluppo della navata centrale che sovrasta solenne quelle laterali con cappelle. Quattro possenti pilastri sorreggono la volta a crociera, formata dall’unione delle volte a botte dei quattro bracci. Ventiquattro lesene, terminanti con capitelli corinzi ed elevate su zoccoli ben delineati, sorreggono una ricca trabeazione, sopra la quale ampi finestrone barocchi illuminano abbondantemente l’edificio e gli affreschi, opere pregevoli dei primi anni del 1900 del pittore Luigi Morgari (1857-1935).

Fausto Cozzani

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