Il tempio valdese di Roccapiatta
Roccapiatta, fino alla fine del XVII secolo, fu l’unica sede della vasta e popolosa chiesa valdese di
Prarostino e Roccapiatta; in quanto vi si trovavano, in borgata Rostagni, sia il tempio sia la residenza
del pastore.
La ragione di una tale organizzazione trova origine, probabilmente, nell‘accordo di Cavour del 1561, che
consentiva il culto solo in questa località e più precisamente nella borgata Godini.
Non sappiamo se ai Godini, la più elevata delle borgate dell’ex Comune di Roccapiatta, nel XVI secolo
esistesse un vero e proprio tempio.
La costruzione del primo tempio a Roccapiatta, sito in borgata Rostagni, va probabilmente fatta risalire
alla fine del XVI secolo, e più precisamente agli anni compresi fra il 1592 e il 1594, quando tutta l’area
era controllata dalle truppe francesi del Lesdiguières, un ugonotto, ovviamente ben disposto verso i Valdesi e
le loro esigenze.
Nel 1632 le autorità sabaude si accorsero dell‘esistenza del tempio di Roccapiatta, che fu incluso fra quelli
considerati esterni ai limiti ammessi. Non essendovi però alcun cattolico fra la popolazione, si finì per
tollerare il tempio che quindi non fu demolito.
Il 12 aprile 1686, venerdì santo, il tempio di Roccapiatta ospitò un avvenimento decisivo per la storia
valdese; cioè la scelta dei delegati delle Valli, spronati da Enrico Arnaud, di resistere con le armi al
decreto di espulsione del duca Vittorio Amedeo II.
A Roccapiatta si tenevano riunioni quasi in permanenza per organizzare la difesa contro l’immancabile
repressione ducale. Tra il 22 e 23 aprile la zona fu attaccata dalle truppe ducali di Gabriele dl Savoia che,
salite da Bricherasio, travolsero facilmente ogni resistenza; ed il tempio ovviamente non fu risparmiato.
Solo al termine della guerra della Lega d 'Augusta (1690-1697), si poté prendere in considerazione la
possibilità di ricostruire il tempio dei Rostagni.
Il culto, comunque, in questo periodo fu celebrato di preferenza a Prarostino, per la paura di perdere il
diritto di predicarvi, ed il tempio di Roccapiatta finì per essere utilizzato quasi esclusivamente per
le comunioni.
Ne 1744 il tetto del tempio fu sfondato da una forte nevicata e il locale rimase esposto alle intemperie
per diversi anni.
Sembra che il tempio, più che essere restaurato per i danni del 1744, sia stato totalmente ricostruito.
A partire dal 1976 il tempio ha subito vari furti: sono stati rubati il tavolo della Santa Cena e
molti banchi del ’700; il pulpito è stato manomesso e gravemente danneggiato. Un furto recente lo
ha privato degli ultimi oggetti asportabili.
Nel tempio sono custodite diverse tombe di personaggi stranieri, per lo più ufficiali protestanti al
servizio del duca di Savoia e del re di Sardegna.
Come arrivare
Da Torino a Pinerolo per la A 55 e di qui, lungo la tangenziale, si devia seguendo le indicazioni per S. Secondo di Pinerolo, che dista 5 km dal centro della cittadina. Senza entrare nel centro del paese si devia a destra e si segue una strada che, in 8 km, raggiunge il villaggio di S. Bartolomeo, capoluogo del Comune di Prarostino. Superata la piazzetta parcheggio posta in fodo al paese (dalla quale a destra si accede al tempio), si scende sul versante opposto, incontrando poi un bivio ove a sinistra si devia per Roccapiatta, raggiungibile in 3 km. Il tempio sorge isolato ede è connesso alla rotabile che porta al villaggio, da una brutta strada sterrata (km 59 da Torino).
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Foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 09.08.2022.
Approfondimento valdesi
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