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Battistero del Duomo di Chieri

È forse, allo stato attuale delle ricerche, il più antico monumento chierese, costruito in larga misura con materiale di reimpiego chiaramente proveniente da un edificio romano del quale ingloba i resti nel piano sotterraneo. Costruito tra il V e il VI secolo contestualmente all’adiacente Duomo, aveva sin dalle origini la pianta ottagonale sempre mantenuta: al centro era il fonte ad immersione, oggi testimoniato da alcune preesistenze nel piano sotterraneo. Il battistero partecipò al rinnovamento del Duomo voluto dal Vescovo Landolfo nell’XI secolo, epoca in cui era ancora staccato fisicamente dalla compagine della costruzione. Nel 1365 il Battistero era sotto il patronato della famiglia Simeoni de Balbo, che nel 1432 lo cedette alla importante famiglia chierese dei Trana: ad essa è legata la seconda importante fase di trasformazione: il pavimento venne rialzato di circa un metro, obliterando nel piano sotterraneo tutte le preesistenze; fu costruita la volta a spicchi inglobata esternamente nell’alto tiburio sottolineato da pinnacoli. All’interno la volta venne decorata con le storie della Passione di Cristo opera del pittore Guglielmo Fantini; il racconto ha inizio con la Resurrezione di Lazzaro e prosegue in quattordici riquadri: ogni lato dell’ottagono ne contiene due mentre la Crocifissione occupa un intero spazio. Lo stile narrativo di Gugliemo Fantini, al quale si attribuiscono anche gli affreschi di Sebastiano di Precetto, è vicino ai modi del più noto Giacomo Jaquerio. Alla stessa fase di trasformazione voluta dai Trana a sottolineare l’importanza del nucleo familiare appartengono il grande polittico raffigurante la Natività tra San Giovanni e San Tommaso, il fonte battesimale ad aspersione in pietra scolpita. Nel 1829 la volta venne seriamente danneggiata dal crollo parziale del tetto ma gli affreschi non furono coinvolti: i primi restauri vennero attuati tra il 1835 e il 1837, quando il Battistero venne ripreso anche esternamente in termini neogotici, poi eliminati nel corso del restauro operato da Edoardo Mella alla fine Ottocento secondo il gusto gotico storicista. Ulteriori restauri di tipo filologico vennero attuati negli anni Ottanta per restituire il Battistero, glia freschi e il livello sottosuolo alla lettura storica.



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