Santuario Beata Vergine della Spina - Pralormo
Variazioni del nome: Santuario della Spina
Il santuario si trova sul pianoro con cui termina la collina soprastante un laghetto
artificiale, detto appunto della Spina, realizzato nel 1827 per volere del conte Carlo
Beraudo di Pralormo e del marchese Carlo Emanuele Ferrero della Marmora e frutto della
più alta ingegneria idraulica del tempo.
Dal 13 gennaio 1991 il monastero è abitato da una comunità di circa sessanta monache cottolenghine
di clausura devote del Preziosissimo Sangue di Gesù e a esse pertiene tuttora la cura del santuario.
Il nome non deriva dalla presenza di una spina della corona di Cristo come reliquia del santuario,
bensì dal miracolo legato alla sua fondazione (la spina di un cespuglio ferì l’occhio sinistro
dell’immagine della Madonna e dalla ferita uscì miracolosamente del sangue).
Leggenda di fondazione
Secondo la tradizione, in seguito alla distruzione del borgo di Cerreto a opera degli astigiani
nel XII secolo, la popolazione d’esso si trasferì a Pralormo. In località Cerreto rimase solo un
pilone votivo dedicato alla Madonna e sul quale era dipinta la sua immagine, col Bambino. A causa
dell’abbandono e dell’incuria, intorno a esso crebbero cespugli di rovi che finirono col ferire
l’occhio sinistro della Madonna; alcuni viandanti si accorsero che l’occhio ferito sanguinava
miracolosamente e la voce del prodigio si sparse nei dintorni dando vita a un grande afflusso
di fedeli. In seguito a ciò, i pralormesi decisero di ripulire la zona dai rovi e di edificare
una cappella e l’occhio della Vergine cessò di sanguinare.
Altre tradizioni
Si ha una versione lievemente diversa circa la tradizione del miracolo dell’occhio sanguinante. Secondo
quest'ultima, la spina che lo aveva ferito fu tolta da un uccellino, non avendo gli uomini il coraggio
di intervenire in un simile prodigio. Il gesto dell’uccellino fece capire ai pralormesi che la Madonna
desiderava una devozione più attiva e li indusse a costruire la prima chiesetta che, da allora, prese
il nome "della Spina".
Va riportata anche l’esistenza di una tradizione recente, ma assai significativa
per far comprendere la devozione ancora oggi legata a tale santuario: la popolazione di Pralormo
attribuisce all’intercessione della Madonna lo scampato pericolo dalla terribile alluvione del Piemonte
del novembre 1994. Diverse case della zona, infatti, minacciavano di essere travolte dalle acque del lago
artificiale sottostante il santuario, essendo in procinto di spezzarsi la diga di protezione del bacino
idrico. Ma ciò non accadde.
Oggetti del culto
- Spina della corona di Cristo
- Madonna con Bambino di ispirazione tardo-trecentesca, di autore anonimo, più volte
rimaneggiata. Il Bambino è in atteggiamento benedicente e tiene nella mano sinistra un uccellino:
sia lui sia che la Madre hanno il capo avvolto da un’aureola tonda, lavorata a foglia d’oro.
Tipologie Architettoniche precedenti
Tipologia: Complesso cultuale
Entrata in vigore: tra l’anno 1500 e l’anno 1600
Note:
Complesso cultuale costituito dal santuario e dal monastero. Il santuario si presenta come una
chiesa a navata unica divisa a metà da una cancellata in ferro battuto di recente installazione
(per via delle monache di clausura). Numerosi interventi e rimaneggiamenti hanno modificato quello
che doveva essere l’aspetto originario sia interno che esterno.
Tipologia: Edificio semplice
Chiesa di dimensioni ridotte, orientata, come di prassi, verso est.
Tipologia Architettonica
Entrata in vigore: tra l’anno 1940 e l’anno 1950
La semplice facciata a intonaco rettangolare con timpano soprastante, ancora visibile in
fotografie d’inizio secolo, fu modificata nel 1946, su iniziativa del canonico don Rodolfo
Piglione. Si aggiunsero allora due campanili laterali e un piccolo portico e la parte superiore
della facciata fu affrescata con la scena dell’Ascensione. In quell’occasione fu anche distrutta
la cupola conica su cui si impostava l’antico campanile cilindrico dell’edificio.
Emergenze artistiche nella costruzione:
Non si ha alcuna notizia circa i lavori di costruzione dell’edificio tardo-cinquecentesco. Quanto
all’interno, gli affreschi ancor oggi visibili si devono al pittore torinese Felice Barucco
che vi operò nel 1877.
Altri elementi notevoli nell’edificio del Santuario:
Va segnalato uno splendido altare ligneo rivestito in foglia d’oro dell’inizio del XVII secolo,
sebbene destrutturato dal suo aspetto originario: il piano d’appoggio (probabilmente nel XIX sec.) è stato
separato dalla parte superiore che lo sovrastava e tramite la quale è tuttora possibile vedere
(da un apposito riquadro) l’immagine della Madonna venerata.
Frequenza pellegrinaggi:
Frequenza: Festa principale annuale, Più festività all’anno, Afflusso continuo
Festività principale: 15 agosto; 18 settembre (Madonna della Spina)
Coincidenza liturgica: Assunzione di Maria Vergine
Miracoli
Lacrime di sangue della Madonna dell’affresco oggetto di culto; guarigioni miracolose; protezione
della popolazione locale da calamità e pestilenze. L’ultimo miracolo risale a pochi anni fa:
guarigione di una donna in fin di vita dopo un parto gemellare.
Note sulla liturgia:
Domenica, ore 9, messa pubblica per la parrocchia; liturgia delle ore delle monache cottolenghine
Adoratrici del Preziosissimo Sangue (la si può ascoltare quotidianamente nel santuario collegato
con microfoni al monastero attiguo); novena domenicale con rosario dal 25 marzo alla Pentecoste.
Note sulle pratiche rituali particolari:
25 marzo (Annunciazione di Maria Vergine: processione dal lago della Spina al santuario organizzata
dall’antica confraternita di Santa Elisabetta (già di San Bernardino). La prima testimonianza di
tale processione si trova nella visita pastorale del 1742 di mons. Felizzano e da allora la
processione si è sempre svolta con regolarità. Processione del 21 maggio con rosario e benedizione eucaristica.
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