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Nostra Signora di Ripoli e di Foglienzane a Dronero (Valle Maira)


Sul ponte, che al centro di Dronero attraversa il torrente Maira, nel 1947 fu sistemata una statua in marmo della Vergine con Bambino come ringraziamento alla cessazione della guerra, sul basamento fu posta la scritta: “A Nostra Signora di Ripoli e Foglienzane patrona di Dronero la popolazione riconoscente”.
È alla Madonna dunque che sono dedicati i due importanti santuari situati in altrettanti territori che furono storicamente menzionati ancora prima di Dronero.
Foglienzane viene citato già nel 1226 in un documento dei Canonici di Oulx.
Il santuario della Natività della Vergine è ecclesiasticamente legato a Dronero ma territorialmente appartiene al comune di Roccabruna.
L’archittettura è sobria, frutto di aggiunte e rifacimenti che i fedeli attuarono nel corso dei secoli.
Ripoli fu citato ancora prima di Foglienzane in un documento dell’Imperatore Barbarossa del 1159. Per avere notizie certe dell’esistenza a Ripoli di un culto legato alla Madonna bisogna attenersi ad un testamento del 1374, poi di lì in avanti le citazioni diventano più numerose.
Nel XV secolo i membri della Confraternita di Dronero ricostruirono a Ripoli e a Foglienzane quelle che al tempo erano ancora delle cappelle campestri.
Il santuario di Ripoli venne riedificato nel 1702 inglobando l’antica cappella medievale e assumendo le dimensioni attuali.
Secondo le memorie scritte da monsignor Giuseppe Savio nel 1907 all’origine della devozione del santuario di Ripoli si racconta del ritrovamento miracoloso di una fanciulla scomparsa per alcuni giorni e poi ritrovata incolume.
Nel passato il santuario era meta di processioni e di funzioni per implorare l’intervento divino in caso di avversi agenti atmosferici come la siccità o la troppa pioggia o per richiedere la cessazione delle epidemie. Alcuni voti vengono ancora oggi ricordati.
Nel 1906 l’arciprete di Dronero don Bernardo Mattio, che curava anche il santuario, organizzò una processione dalla parrocchia al santuario per scongiurare il diffondersi di una minacciosa epidemia di tifo; in quell’occasione a Dronero i casi di contagio furono solo due.
Nel 1911 allo scoppio della guerra italo-turca (meglio conosciuta come guerra di Libia) lo stesso don Mattio organizzò un nuovo pellegrinaggio al santuario di Ripoli durante il quale si offrì lui stesso come vittima in cambio della salvezza delle vite dei soldati di Dronero. I militi erano una ventina e fecero tutti ritorno alle loro case.
Nel luglio del 1943 ci fu una grande processione per chiedere la fine della siccità e poi dopo l’8 settembre iniziarono le vicende della guerra di Liberazione e il santuario ne fu coinvolto ospitando sfollati e combattenti. L’arciprete don Raviolo si adoperò come mediatore tra partigiani e nazifascisti per salvare vite umane e al termine della guerra si fecero al santuario solenni festeggiamenti.



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