Santuario Madonna dei Boschi (Boves)
Il santuario sorge fuori dell’abitato, a circa 2 Km dal paese e trae la sua denominazione dalle foreste
esistenti in passato nella zona.
La devozione mariana nei secoli XII-XIV era già molto diffusa nel territorio cuneese: la costruzione del
santuario va inserita in questo clima. Numerose sono le cappelle dedicate alla madre di Dio che si andavano
costruendo nella pianura cuneese. L’attuale cattedrale di Cuneo è dedicata a Santa Maria del Bosco,
così chiamata perché esistente nel bosco che si estendeva per buona parte sul pizzo della città. Tra i devoti alla
Madonna di Boves compare tal Donna Ricalda, moglie di Basso Giovanni, che abita a Cuneo, ma è originaria di
Boves. Dal suo testamento, redatto a Cuneo il 9 febbraio 1261, è molto interessante il legato al nostro santuario
perché probabilmente è la più antica memoria. L’espressione "opera di Santa Maria" può indicare che la chiesa
allora era in costruzione.
Note sulle peculiarità funzionali e cultuali:
In passato vigeva l’uso di portare al santuario i bambini morti senza battesimo, che venivano battezzati
anche se emettevano solo bava o saliva. Monsignor Gerolamo Scarampi, durante la visita apostolica del
febbraio del 1583, condanna questa consuetudine.
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Edificazione del primo Santuario
L’origine della cappella è medievale, con fondazioni più antiche, emerse dalle recenti indagini
archeologiche. Si è portata alla luce un’abside romanica all’interno del tratto settecentesco e a
chiusura della parte più stretta della cappella. Sono pure emerse fondazioni anteriori formanti un’ampia
costruzione rettangolare di cui sono affiorati un muro a est, altra abside romanica, un altro a nord, lungo le
fondamenta della cappella con ampliamenti laterali nel portico settentrionale, e un muro a ovest, davanti all’attuale
facciata, collegato con ampio locale, contenuto nell’attuale portico, ma con prosecuzioni laterali a nord. Al momento
della schedatura sono ancora in fase di studio i pur rari reperti rinvenuti nel terreno che permetteranno di
chiarire meglio la datazione di queste strutture e la loro destinazione. Per ora sono possibili solo delle
ipotesi che si basano sull’analisi delle murature e sulle dimensioni dell’edificio. L’edificio sembra inoltre
rispettare una suddivisione per ambienti. Al momento non ci sono elementi consistenti che permettano di datare
l’edificio all’epoca romana, per quanto le sue ampie dimensioni potrebbero far pensare a una "mansio", una stazione
di tappa con alloggio in una zona di passaggio.
Eventi e dati cronologici rilevanti
Il primo documento che cita questa cappella è un testamento, redatto a Cuneo il 9 febbraio 1261. / Nella seconda metà
del
Quattrocento la cappella viene affrescata con un dettagliato ciclo dedicato alle storie della Vergine e dell’infanzia
di Gesù. / Nella seconda metà del Cinquecento, ma prima della visita apostolica del 1583, la chiesa viene ampliata
sul
lato occidentale nella forma attuale e munita di volta a botte lunettata sia sui lati maggiori che su quello minore
verso
l’attuale ingresso. Il tutto viene affrescato con due sequenze: nelle lunette sovrastanti le pitture quattrocentesche
vengono dipinte scene della passione di Gesù, mentre nel tratto aggiunto viene raffigurato il giudizio
universale. La prima descrizione della chiesa risale alla visita apostolica di mons. Gerolamo Scarampi
nel febbraio 1583. La chiesa si presenta a unica navata con volta dipinta e un unico altare. / Nella seconda
metà del Seicento, la chiesa viene ampliata sul lato orientale in un vano più largo della precedente navata,
con l’allestimento di un nuovo altare. Il tutto decorato con pitture e arredi di discreta fattura. / Attorno al
1670-80 la chiesa viene ampliata ulteriormente e accanto ad essa viene edificato un vasto complesso per esercizi
spirituali, con due tratti di portico a forma quasi di chiostro. / Nel 1998 iniziano radicali opere di restauro,
della chiesa, degli affreschi, con nuovi impianti tecnologici. / Nel 2000 viene realizzato un nuovo altare in bronzo
lucido, opera dello scultore Garis.
Elementi notevoli nell’edificio del Santuario:
Storie della Vergine e dell’infanzia di Gesu' della seconda metà del Quattrocento: la sequenza attualmente presente
è di
nove scene, partendo dalle immagini di san Gioachino respinto dal tempio, posto nella parte settentrionale,
con ordine antiorario, fino a Gesù tra i dottori nel tempio, sulla parete meridionale. Mancano due scene
importanti: lo sposalizio di Maria e Giuseppe e soprattutto l’Annunciazione, che era sempre dipinta o sull’altare o
sull’arco trionfale. E' il ciclo pittorico più pregevole poetico delle zone cuneesi. Non si conosce il pittore,
probabilmente è un artista umbro-marchigiano che aveva visto Giotto e Simone Martini. / Racconto della Passione della
seconda metà del Cinquecento, affrescato nelle lunette sovrastanti le pitture quattrocentesche, costituito da otto
scene
intervallate, sui timpani, da immagini di profeti. / "Il Giudizio Universale" della seconda metà del Cinquecento
in continuità sulle tre pareti laterali e in parte in quella di facciata, che risultava essere aperta ad arco: Cristo
giudice nella volta. Questo vasto campo di pittura risente degli influssi di Michelangelo nella Cappella Sistina,
offrendo anche vari esempi di figure non ancora ricoperte e quindi come si presentavano nella Sistina prima dei
ritocchi del Braghettone del 1564. Michelangelo e Signorelli i modelli per il nostro pittore, ma anche figurazioni
medievali per esempio nella scena del Leviatan che ingoia i dannati. Gli affreschi sono attribuiti a Giacomo Rosignolo
detto delle Grottesche di Livorno Ferraris (VC). / Ciclo pittorico sei-settecentesco con l’incoronazione della
Vergine e un concerto di angeli nella volta, sulle pareti le scene della visitazione e dello sposalizio della Vergine,
con le quattro Virtù teologali e nella parete di fondo l’Assunta e la preghiera alla Madonna con Bambino.
Antico altare ligneo dorato e dipinto di blu che contiene esemplari di pittura ad olio su tela ancora seicentesca
(databili al XVII secolo).
Oggetto del culto
Statua seicentesca in legno dorato della Madonna col Bambino. L’opera, posta sull’ancona dell’altare, reca
l’iconografia della Madonna della Neve e del Carmelo.
Festività principale: 5 agosto
Coincidenza liturgica: Madonna della Neve
Rituali
Nel Seicento il santuario era meta ordinaria di pellegrinaggi penitenziali organizzati da confraternite che vi si
recavano la prima domenica di ogni mese, come risulta dagli "Statuti della Cruciata di Boves" del 1610. Si cantavano
le
litanie della Madonna o si recitava il rosario. Il capitolo XVI stabilisce: "Più è statuto et ordinato che ogni prima
domenica del mese li Fratelli di questa Fraternità debbano andar in processione con la Croce inanzi alla Madona
santissima
delli boschi" et quelli che saprano cantare o li ordinati dal Rettore cantino le Litanie della Madona o quello
sarà ordinato
dal Rettore et quelli che non sano cantare dichino il Rosario o la Corona della Madona. Et quando sarano tutti
entrati
nella chiesa dichino tutti cinque volte il Pater noster con altrettante Ave Maria et poi si faci la preghiera alla
santissima Vergine a quest'effetto ordinata et poi si canti l’antiphona col suo Oremus in lode della Madonna
santissima et poi, se non si dice Messa, fatto il segno del Rettore, si partino cantando Ave maris stella o a
ltro dal Rettore ordinato". / In occasione della peste del 1630 il pievano propose alla comunità il voto
di un pellegrinaggio votivo da compiersi ogni anno nella festa della Madonna della Neve, celebrata il 5 agosto.
Fonte: http://www.santuaricristiani.iccd.beniculturali.it
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Foto di Gian Vittorio Avondo.
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