Madonna degli Angeli a Frassino (Valle Varaita)
Accesso: Frassino, paese della bassa val Varaita, si raggiunge, da Torino, attraverso
la direttrice Saluzzo - Verzuolo e di qui, lungo la S.P. 8, per gli abitati di Piasco, Venasca, Brossasco e
Melle. Oltre questo abitato, posto a lato della strada di fondovalle, si entra in Frassino. Il santuario si trova
oltre il concentrico, in corrispondenza della centrale idroelettrica e di un grande pilone votivo
ottocentesco. Qui, sulla destra, trae origine una ripida stradetta asfaltata (indicazioni per il santuario),
che in 300 m mette al piazzale del luogo di culto, immerso nel fitto del castagneto (Km 88 da Torino).
Il santuario di Frassino, dedicato alla Madonna degli Angeli, sorge solitario a 780 metri di quota, nella media
val Varaita in Comune di Frassino, su un ampio pianoro boschivo. La struttura è posta, circa 100 m al di sopra
della strada di fondovalle, lungo unl’antica via di transito medievale diretta a Sampeyre che nel XVIII secolo,
ampliata, acquisì una discreta importanza sul piano commerciale. Il luogo di culto, come la Madonna del Bel Fò ad
Oncino e l’oratorio di S. Caterina al Colle di Gilba, si trovava sull’itinerario che i pellegrini seguivano, dal
saluzzese, per raggiungere il santuario della Madonna Nera di Becetto, frazione alta di Sampeyre.
l’edificio evidenzia oggi una struttura assai complessa, derivante probabilmente dall’aggregazione di alcuni
fabbricati costruiti in epoche diverse. Il più antico, tutt’oggi un oratorio settecentesco annesso lateralmente al
corpo del santuario, è probabilmente quello che sorge in luogo del più antico tempietto citato in una relazione
pastorale del 1643, ove il vescovo saluzzese mons. Dalla Chiesa parla di una cappella, da poco restaurata,
recante la stessa intitolazione di Madonna degli Angeli, collocata lungo la via che collega Sampeyre a
Frassino. Questo edificio, è oggi coperto da un tetto a capanna, sostenuto da due grandi colonne a sezione
circolare, che formano un piccolo protiro antistante la facciata secondaria, nella struttura classica di molti
luoghi di culto (cappelle soprattutto) della montagna saluzzese e cuneese.
Sopra il portale di ingresso un affresco di metà `700 raffigura la Vergine che, salendo al cielo circondata da angeli, lascia a terra il sepolcro
vuoto cosparso di fiori ed alcuni astanti che osservano attoniti la scena. La raffigurazione, di estrema semplicità,
è certamente opera di uno dei tanti pittori girovaghi che tra XVIII e XIX secolo visitavano le borgate delle
valli del cuneese, con la speranza di essere chiamati a realizzare affreschi sulle case dei contadini
(le famose Mistà), sui piloni votivi o sulle chiese. Non si può neppure escludere possa trattarsi di unl’opera
giovanile di Giors Boneto, il più famoso tra questi pittori, nato a metà `700 a Paesana.
L’ingresso principale alla chiesa, tuttavia, non è quello qui descritto. Esso si trova sulla destra,
caratterizzato da un vasto sagrato in erba e preceduto da un ampio porticato poggiante su 4 colonne a sezione
quadrilatera e ad arco ribassato.
Questa parte corrisponde ad un ampliamento ottocentesco, successivo dunque rispetto la relazione pastorale del
1643 e sta a testimoniare l’importanza che il luogo assunse nel tempo lungo i percorsi di fede del Saluzzese.
l’odierno santuario, in ogni caso, fu edificato tra il 1854 ed i 1860 ed alla sua realizzazione lavorarono:
il maestro Stefano Cornaglia (ex Sindaco di Frassino) e gli stuccatori Borgna e Giacone di Martiniana Po. Il pittore
Giovanni Borgna, anch"egli di Martiniana, nel 1879 realizzò i raffinati affreschi visibili all’interno della chiesa,
così come al medesimo sono attribuite le pitture murali che ornano il bel pilone quadrilatero posto all’esterno
del tempio. Su una delle facciate, quella su cui campeggia la scritta "orate pro nobis", compare la figura di
S. Liberata (S. Delibera), protettrice delle puerpere e dei fanciulli. Questo potrebbe essere uno dei motivi per
cui il luogo era così visitato.
Il portico antistante la chiesa, prolungato anche attorno alle strutture complementari, rappresenta un elemento
tipico di molti luoghi di fede del saluzzese e del cuneese: la Madonna dell’Oriente a Croesio, la già citata
Madonna del Bel fò, lo stesso grande santuario di S. Magno a Castelmagno e molti altri. Esso serviva certamente
ad offrire riparo ai pellegrini, ma anche per svolgervi processioni o vie crucis (specie in caso di
maltempo). In molti casi, gli stessi pellegrini scioglievano voti percorrendolo scalzi o in ginocchio.
Oltre le pitture del Borgna, la chiesa grande evidenzia un altare unico in muratura, "alla romana" decorato
con finti marmi, una torre campanaria ottocentesca, costruita tra santuario e cappella, con cuspide in metallo
ed un coro ligneo semplice e lineare nell’abside.
La data (1745) impressa sul portale ligneo della chiesa fa presumere ad un riutilizzo dell’elemento, in quanto
non corrisponde all’epoca.
©PIEMONTESACRO.IT. Tutti i diritti riservati.
Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 03.01.2020
Ciao,
mi chiamo Stefano.
Piemonte Sacro è la mia passione dal 2001.
AIUTA il progetto Piemonte Sacro a crescere
DONA SOLO 2 euro! Te ne sarò GRATO .