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Le Ravioles piemotesi

In val Varaita erano praticamente universali le Ravioles (dette anche Cujette in val Bronda); sono delle specie di gnocchi, di forma allungata, la cui base di realizzazione è rappresentata dalla patata, il prodotto più tipico di tutte le valli alpine.
Le Ravioles cucinati e conditi
Esse rappresentano un piatto assai consueto, cucinato nelle occasioni di festa, ma anche per il pranzo della domenica, quando si è tutti a casa. Si chiamano ravioles, perché il verbo ravioulé significa rotolare ed in effetti esse sono proprio delle specie di gnocchi rotolati sull’asse.

Ricetta: Le Ravioles:Per prima cosa si fanno bollire le patate; magari della varietà piatlìne o argenta, quelle che hanno la buccia di colore rosso porpora.
Quando le patate sono bollite le si schiaccia e le si impasta con della ricotta fresca, con 1 o 2 uova, della farina e del sale.
Ottenuto un impasto sodo ed omogeneo si formano tanti cilindretti, arrotolando dei piccoli grumi di impasto sul piano di lavoro. Questi cilindretti, della lunghezza di 3, 4 cm, grossi come un dito, vanno poi bolliti in acqua salata, proprio come gli gnocchi.
Le Ravioles da cucinare
Quando sono cotti vengono a galla e li si pone in un grilét imburrato. Si formano degli strati di ravioles e ricotta e spezie, quali la cannella e il pepe, il seiràs, la ricotta. Il tutto poi va ricoperto con burro fuso e formaggio grattugiato. Una vera leccornia.
Questo è il modo più classico di gustare le ravioles, ma c’è anche quello conosciuto come - Ravioles cuëches a la pélo - (letteralmente: ravioles cotte in padella); in questo caso si procede come in precedenza fino a quando le ravioles sono formate, utilizzando però, per l’impasto, la toma fresca anziché la ricotta. Ottenuti i gnocchetti, anziché bollirli in acqua, li si frigge in abbondante olio, fino a quando non diventano dorati e croccanti. Quando sono cotti li si spolvera di zucchero, li si consuma così, nature, o li si inzuppa nel vino rosso.

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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 29.07.2022

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