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Ean: 2484300025099
Prezzo: € 11.00
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Editoriale
V. BORTOLIN, La questione dell’universalità dei diritti dell’uomo in prospettiva interculturale e interreligiosa
Prolusione
G. RAVASI, Vangelo, cultura ed Evangelii gaudium
Focus
Universalità dei diritti dell’uomo in prospettiva interculturale e interreligiosa
F. VIOLA, La controversa universalità dei diritti umani
V. BORTOLIN, Universalità dei diritti o universalità del dovere? Jacques Maritain e Simone Weil a confronto tra fondamento e consenso
E. RIPARELLI, Religioni in dialogo sui diritti umani
E. PACE, La questione dei diritti umani e l’islam
G. PASQUALOTTO, Diritti umani e valori in Asia
G. MANZATO, Diritti umani: alcune criticità dell’età ultramoderna
A. DA RE, I diritti e l’ipoteca individualistica
M. CESTARO, Dalla persona ai diritti: l’educazione e il dialogo interculturale come “strumento” di riconoscimento umano
G. MAZZOCATO, Diritto e morale
Temi e discussioni
G. DIANIN, Accompagnare, integrare, discernere. Riflessioni sul capitolo VIII di Amoris laetitia
M. SCOZIA, Il ruolo del cristianesimo nella formazione dell’identità europea. Alcune analisi alla luce dell’antropologia dogmatica di Pierre Legendre
R. TADIELLO, Gen 28,10-22: il sogno di Betel e la sua funzione strategica di ri-orientamento
Osservatorio
D. GIRARDI, Il sistema produttivo del Nord Est nel tempo di Industria 4.0. Prospettive e interrogativi aperti
Notiziario
G. ZAMBON, In memoria di Valerio Bortolin
Recensioni e segnalazioni
Libri ricevuti
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Ean: 2484300025105
Prezzo: € 11.00
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Editoriale
R. BATTOCCHIO, A 500 anni dalla Riforma protestante. Ripensare l’evento, viverlo ecumenicamente
Focus: A 500 anni dalla Riforma protestante. Ripensare l’evento, viverlo ecumenicamente
E. PARMENTIER, Giubileo della misericordia – giubileo della Riforma, una prossimità feconda? Per un giubileo della riscoperta del Vangelo
J. PUGLISI, La misericordia di Dio e la verità dell’uomo: Agostino e Lutero
S. MORANDINI, Francesco: dar corpo all’urgenza ecumenica
A. BONDOLFI, Etica ed ecumenismo: alcune riflessioni, ricordando i 500 anni dalla Riforma protestante
J. LAUSTER, La nozione di riforma e il presente come tempo di riforma
Temi e discussioni
D. FIOCCO, La collegialità episcopale in Albino Luciani. Storia di una ricerca teologica attraverso scritti editi e inediti
L. VOLTOLIN, Il corpo della fede: per un’esperienza spirituale nei linguaggi multimediali
A.V. FABRIZIANI, Ferdinand Gonseth e i neotomisti. Un dibattito filosofico tra strategie inclusive e strategie del fondamento
Osservatorio
D. GIRARDI, Il terzo settore nel Nord Est: un potenziale resiliente
Notiziario
P. ZAMPIERI, Vita della Facoltà
P. CODA, L’Idea di teologia di Luigi Sartori. In margine alla presentazione del volume di A. Ricupero La fede lievito della storia
P. RICCA, Luigi Sartori e l’ideale ecumenico
Recensioni e segnalazioni
Libri ricevuti
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Editore: Queriniana Edizioni
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Ean: 2484300023385
Prezzo: € 10.00
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I. Letteratura, poesia e teologia 21
1. Teologia e letteratura
1.1 Heather Walton, La teologia nel modo
in cui viviamo oggi: una teopoetica del life writing . _23
I/ Le ferite che porto: introduzione
II/ Tensioni creative
III/ Coerenza e conflitto nel life writing
IV/ Il life writing nella teologia contemporanea
V/ Imparare da altre vite
1.2 Cecilia Avenatti de Palumbo, Letteratura:
un’importante mediazione ermeneutica per la teologia 38
I/ Cosa cerca la teologia nella letteratura?
Tipologie di mediazione
II/ L’immaginazione creativa: dietro la traccia
della mediazione ermeneutica
III/ Immaginare dalla fonte originaria
per creare un altro modo di pensare
1.3 Luce López-Baralt, La poetica del silenzio
nel Cantico spirituale di san Giovanni della Croce . _49
1.4 José Tolentino Mendonça, La lettura infinita.
Scrittura e interpretazione . . . . . . . . _63
I/ Il plurale di cui il testo è fatto
II/ L’espansione ermeneutica della Scrittura
III/ Le tre grandi svolte ermeneutiche
1/ Modelli ermeneutici centrati sulla questione dell’autore
2/ L’ermeneutica centrata sull’immanenza del testo
3/ L’ermeneutica centrata sulla collaborazione del lettore
1.5 Vittorio Montemaggi, La teologia di Dante . . 74
1.6 Luis Gustavo Meléndez Guerrero, Grammatiche
della carne: eros, poesia e corpo in relazione . . . 86
I/ Grammatica evangelica
II/ Grammatica mistica
III/ Nuove grammatiche della carne
2. Voci dai cinque continenti
2.1 Carmiña Navia Velasco, Sguardi teologici
nella letteratura latinoamericana . . . . . . _98
I/ Al filo del agua: una prigionia religiosa
II/ El signo del pez: una complessa creazione di fiction
III/ El Cristo feo: liberazione popolare
2.2 Mayra Rivera, Poetica di sopravvivenza . . . 105
I/ Nonostante la Storia
II/ Visioni profetiche del passato
III/ Conclusione
2.3 Jean-Baptiste Sèbe, Lo scrittore e Cristo:
«La parola è il verbo e il Verbo è Dio» . . . . . 114
I/ Introduzione
II/ «Il mondo è carico della maestà di Dio» (G.-M. Hopkins)
III/ «Tu indietreggi, a disagio davanti al dono immenso»
(J.-P. Lemaire)
IV/ «Se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato»
(C. McCarthy)
2.4 Huang Po-Ho, Fare teologia con la letteratura:
un tentativo asiatico . . . . . . . . . 127
I/ Letteratura e religioni
II/ Teopoetica e immaginazione
III/ Utilizzo cristiano delle letterature e letterature cristiane
come risorsa
IV/ Fare teologia con risorse letterarie
2.5 Stan Chu Ilo, Teologia e letteratura nella fede
cristiana africana. Uditori della Parola in Africa . . _135
I/ Introduzione
II/ La Bibbia nella religione cristiana africana: ascoltare la Parola
III/ Teologie africane come racconto delle azioni di Dio
nella storia africana
IV/ Conclusione
II. Forum teologico: brani teologico-letterari 149
1. Emerson Sbardelotti, Pedro Casaldáliga,
poeta e profeta di speranza . . . . . . . 151
2. Faustino Teixeira, Una sete infinita:
Ernesto Cardenal . . . . . . . . . . 156
3. Márcio Cappelli – Edson F. de Almeida,
Dietrich Bonhoeffer: la mistica della croce
in un mondo divenuto adulto . . . . . . . _160
4. Marcelo Timotheo da Costa, Thomas Merton:
fra azione, contemplazione e scrittura . . . . 166
5. Ursula King, Pierre Teilhard de Chardin
e la preghiera al Cristo cosmico.
Il primo saggio: La vita cosmica . . . . . . 170
6. Cleide Maria de Oliveira, Adélia Prado:
alcune considerazioni sulla sua poetica . . . . 174
III. Rassegna bibliografica internazionale 181
IV. Indice generale di Concilium 2017 189
EDITORIALE
Si deve riconoscere che il discorso della “teopoetica” in generale
e, in particolare, in rapporto con l’interpretazione della
Scrittura e con la riflessione teologica è uno sviluppo ancora
abbastanza recente che fiorisce dall’intersezione fra teologia e
studi letterari: è simile a una “spiritualità biblica”, che sboccia
dall’intersezione tra studi biblici e spiritualità, e a un’“estetica
teologica”, che sboccia dall’incontro della teologia con tutte le
forme di estetica (arte, letteratura, musica ecc.).
Si tratta di
uno spazio interattivo tra gli studi biblici letterari, la teologia,
la spiritualità e la mistica ed è proprio quello che il suo nome
esprime – “teopoetica” – ossia teoria del potere di trasformazione
spirituale che i testi biblici hanno in quanto testi e della profondità
teologica dei testi letterari, attualizzati tramite un certo tipo di
lettura o interpretazione1.
Sarebbe forse più esatto dire che la teopoetica è l’espressione
letteraria o testuale della più ampia riflessione sull’estetica
teologica come forma di approssimazione alla spiritualità.
Il motivo della crescente importanza della mediazione
dell’estetica nell’elaborazione teologica si trova sia nel tramonto
delle grandi narrazioni sia nella fragilità del discorso politico.
Il simbolico e il prerazionale si collegano maggiormente
e interagiscono meglio con l’esperienza – inclusa l’esperienza
religiosa – che con l’elaborazione razionale e speculativa. E,
secondo i pensatori che lavorano oggi in questa area di studi,
la natura e le società umane trovano una motivazione più grande
e più stimolante nelle immagini, nelle favole e nelle storie,
piuttosto che nelle idee.
Anche se la teologia è principalmente un’attività intellettuale,
il lavoro dei grandi teologi è stato sempre attraversato
dall’immaginazione. La stessa cosa è avvenuta alla nascita di
tutte le religioni: pure esse sono iniziate con storie e rituali. Come
dice bene Amos Wilder,
Prima del messaggio dev’esserci una visione
Prima del sermone l’inno
Prima della prosa il poema2.
La fede, pertanto, deve essere letta e vista attraverso le lenti
estetiche. Ma questo non va inteso come un’attività per persone
borghesi e benestanti, che non hanno altro da fare. La fede
vissuta dai poveri e dai popoli indigeni fa nascere un’estetica
teologica liberatrice, dotata di un grande potenziale sovversivo
e capace di rimettere in questione concetti, simboli e significati
moderni e postmoderni. Insieme con la filosofia e le scienze sociali,
dunque, la letteratura, l’arte e tutte le espressioni estetiche
sono oggi una necessaria e sempre più importante mediazione
ermeneutica per la teologia.
A motivo di tutto ciò, questo numero della rivista Concilium
presenta ai suoi lettori e lettrici questa nuova ermeneutica
attraverso diversi sguardi e prospettive. I sei articoli che compongono
la prima sezione della prima parte provengono: dalla
Scozia, con Heather Walton che analizza l’autobiografia come
genere letterario, spirituale e teologico; dall’Argentina, con
Cecilia Avenatti de Palumbo, ex presidentessa dell’Associazione
latinoamericana di letteratura e teologia, che scrive sulla
letteratura come mediazione ermeneutica per la teologia. C’è
poi Luce López-Baralt, dell’Università del Porto Rico, grande
specialista di mistica comparata e famosa arabista, che pone
a confronto mistica e letteratura attraverso la penna ispirata
di san Giovanni della Croce. A seguire, il Portogallo, con José
Tolentino Mendonça, docente dell’Università cattolica portoghese,
che scrive sulla Bibbia e la sua interpretazione come
scrittura infinita. Non potrebbe mancare in questo panorama
la teologia di Dante Alighieri, che annovera specialisti in tutto
il mondo, tra i quali Vittorio Montemaggi, della Notre Dame
University. E, per finire, Luiz Gustavo Meléndez Guerrero,
giovane ricercatore del Dipartimento di scienze religiose
dell’Università Iberoamericana di Città del Messico, affronta i
classici temi che sono sempre presenti quando si parla di letteratura
e… di teologia: eros, poesia e corpo.
La seconda sezione della prima parte della rivista riferisce
voci dai cinque continenti che riflettono sull’interazione fra teologia
e letteratura a quelle latitudini. Carmiña Navia Velasco,
voce colombiana, parla per l’America latina. Mayra Rivera,
rappresentante dei latinos degli Stati Uniti, autrice dell’importante
libro Poetics of the Flesh, presenta un’importante e originale
riflessione sulla poetica della sopravvivenza dei caraibici in
esilio. Jean Baptiste Sèbe scrive dalla Francia, raccogliendo e
ponendo in evidenza nel suo testo il meglio del percorso della
teologia europea nel suo ormai antico e consolidato dialogo
con la letteratura. Dall’Asia, Huang Po-Ho presenta al lettore
di Concilium l’affascinante esperienza della letteratura in cinese
mandarino e il suo potenziale teologico. Infine, dall’Africa,
Stan Chu Ilo riafferma la convinzione dell’importanza della
lettura popolare della Bibbia per la teologia.
La seconda parte, il Forum teologico, presenta brevi testi
teologici letterari che incarnano concretamente tutto quello che
la teoria e la riflessione hanno cercato di dire nelle sezioni anteriori.
Sono stati selezionati alcuni teopoeti in carne e ossa che,
dopo una breve presentazione, ci offrono la loro teopoetica,
fonte di ispirazione e illuminazione. Sono: il vescovo, profeta e
poeta Pedro Casaldáliga, dal Brasile; il trappista di Solentiname,
in Nicaragua, Ernesto Cardenal; il pastore e martire Dietrich
Bonhoeffer, che componeva poemi nella prigione che
sarebbe stata la sua ultima dimora; il monaco scrittore statunitense,
affascinato dall’Oriente, Thomas Merton; lo scienziato
e mistico francese Pierre Teilhard de Chardin; e la poetessa
brasiliana Adélia Prado.
Speriamo che questo numero di Concilium incoraggi maggiormente
coloro che oggi si dedicano alla ricerca e alla docenza
teologica ad avventurarsi sulle vie dell’estetica, e in modo
particolarissimo della letteratura. Vi troveranno certamente
nuove ispirazioni che potranno fecondare la loro riflessione in
tempi nei quali si sentono ancora le conseguenze di un lungo
inverno ecclesiale.
Maria Clara Bingemer Solange Lefebvre
Rio de Janeiro/RJ (Brasile) Montréal/QC (Canada)
Erik Borgman Mile Babi
Tilburg (Olanda) Sarajevo (Bosnia-Erzegovina)
(traduzione dal portoghese-brasiliano di Luca Spegne)
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Editore: Lateran University Press
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Ean: 9788846511935
Prezzo: € 24.00
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INDEX
II. Studia
Javier Belda Iniesta, Las relaciones Papado-Imperio en el desarrollo de las Fuentes canónicas (ss. V-VIII) 11
Gianluca Sebastiani , Il ruolo della persona nei sistemi penali italiano e canonico: nuove prospettive per un problema irrisolto? 55
III. Argumenta
Gianni Ballarani, Il Patrocinio a spese dello Stato nella tutela giurisdizionale dei diritti in Italia 113
Ottavio de Bertolis , Persone, accoglienza, Diritto 131
Paolo Gherri, Persone, accoglienza e Diritto 167
Natale Loda, Consultare e consigliare nella Chiesa: la sinodalità delle Chiese orientali e la debole analogia con la collegialità 193
Patrick Valdrini , Le Synode diocésain. Un Conseil synodal de participation des fidèles du Diocèse 225
IV. Excerpta
Andrea Stabellini , Mandatum e Missio canonica per la docenza accademica. Un utilizzo improprio dei termini
V. Bibliographica
Opera recognita
- Manuel Jesús Arroba Conde - Michele Riondino, Introduzione
al Diritto canonico, Milano, 2015
- Matteo Cantori, La Diplomazia pontificia: aspetti ecclesiastico-
canonistici, Perugia, 2016
- Elena di Bernardo, Modelli processuali e Diritto probatorio
civile. Elementi di common Law, civil Law e di Diritto
canonico, Città del Vaticano, 2016
- Carlos José Errázuriz, Il Matrimonio e la famiglia quale
bene giuridico ecclesiale. Introduzione al Diritto matrimoniale
canonico, Roma, 2016
- Anzelm Szuromi Szabolcs, Dottrina e disciplina della Chiesa. Teoria – Fonti – Istituti, Berlin, 2016
Opera edita
Opera accepta
Fontes huius voluminis
Bibliographia huius voluminis
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Editore: Lateran University Press
Autore: Javier Belda Iniesta
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Ean: 2484300023132
Prezzo: € 4.00
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Sumario Introducción. 1. El siglo IV. 2. La epístola Famuli vestræ pietatis. 3. Las relaciones Bizancio-Roma después de Gelasio. 4. Los nuevos actores. 5. El surgimiento de los Francos. 6. La Promesa de Quiercy y la Donación de Constantino. Epílogo.
Summary Introduction. 1. The fourth century. 2. The epistle Famuli vestræ pietatis. 3. The Byzantium-Roma relations after Gelasius. 4. The new actors. 5. The rise of the Franks. 6. The Promise of Quierzy and the Donation of Constantine. Epilogue.
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Editore: Lateran University Press
Autore: Gianni Ballarani
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Ean: 2484300023156
Prezzo: € 4.00
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Sommario 1. Premessa. 2. Il gratuito Patrocinio nella prospettiva costituzionale: dalla carità alla solidarietà. 3. La dignità della persona come fondamento (meta)giuridico del Patrocinio a spese dello Stato. 4. Il quadro normativo. 5. I presupposti. 6. Competenza ed effetti. 7. Il Patrocinio a spese dello Stato e la Giustizia collaborativa. 8. Una critica conclusiva.
Summ ary 1. Introduction. 2. Legal aid in constitutional perspective: from charity to solidarity. 3. The dignity of the person as the (meta) legal foundation of the legal aid costs. 4. The legal framework. 5. The requirements. 6. Competence and effects. 7. Legal aid expenses and collaborative justice. 8. A final critique.
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Editore: Lateran University Press
Autore: Ottavio de Bertolis , sj
Pagine:
Ean: 2484300023163
Prezzo: € 4.00
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Sommmmario 1. Introduzione: il problema del Diritto. 2. La dimensione costituzionale del Diritto. 3. Diritto e accoglienza. 4. Conclusione: il primato della persona.
Summary 1. Introduction: the problem of Law. 2. The constitutional dimension of Law. 3. Law and hospitality. 4. Conclusion: the supremacy of the person.
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Editore: Lateran University Press
Autore: Paolo Gherri
Pagine:
Ean: 2484300023170
Prezzo: € 4.00
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Editore: Lateran University Press
Autore: Giuseppe Pulcinelli
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Ean: 2484300023217
Prezzo: € 4.00
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Premessa
Come indica il titolo di questo breve contributo, l’intento è quello di offrire un sussidio per chi intende introdursi nello studio del Gesù storico e cerca un primo orientamento bibliografico. Ormai da più di duecento anni la ricerca si è occupata di ricostruire su basi storiche (nel senso moderno) la figura terrena di Gesù di Nazaret. La storia di questa ricerca è stata ripercorsa ampiamente da molti contributi, a cui rimandiamo per l’approfondimento2. Qui per fini didattici la riprendiamo soltanto per sommi capi, procedendo alla sua suddivisione e classificazione in tappe successive, senza poter evitare le inevitabili semplificazioni che si verificano in questo tipo di schematizzazioni.
1. Cenni alla storia della ricerca con le sue tappe
Convenzionalmente l’inizio della ricerca moderna che apre il cantiere del “Gesù storico” viene fatto risalire a Hermann Samuel Reimarus (1694-1768) i cui scritti, che prima circolavano anonimi, vennero pubblicati postumi da G.E. Lessing tra il 1774 e il 1778; l’ultimo si intitola Vom Zwecke Jesu und seiner Jünger3, in cui si intende «difendere la religione razionale contro la fede ecclesiastica». La sua tesi centrale è che la nascita del cristianesimo si fonda su un falso storico (i discepoli avrebbero rubato il corpo di Gesù e inventato l’annuncio della sua resurrezione), e che la vita di Gesù non è altro che un evento politico interno alla storia ebraica. Se da una parte è vero che la straordinaria acutezza delle osservazioni di tipo critico-storico (e polemico) di Reimarus scavava in modo decisivo il solco tra il Gesù dei vangeli (frutto di tale invenzione) e quello della storia (rivoltoso fallito, finito miseramente sulla croce), tuttavia non si deve ritenere che fino a quel momento nessuno prima di lui si fosse posto domande riguardanti la consistenza storica della vita di Gesù, soltanto che il giudizio di A. Schweitzer – «Prima di Reimarus nessuno aveva tentato di comprendere storicamente la vita di Gesù»5 – avrebbe pesato in modo preponderante sull’opinione degli studiosi6. Bisogna subito aggiungere, come aveva precisato lo stesso Schweitzer, che tale ricerca – sviluppata soprattutto nell’ambito culturale del razionalismo tedesco – non era dettata da puro interesse storico: se si è cercato il Gesù storico, era più che altro per combattere il dogmatismo ecclesiastico, cosicché il rischio più che concreto era quello di passare da una ideologia ad un altra, finendo che ogni autore dipingeva un Gesù secondo la [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: John P. Meier
Pagine:
Ean: 2484300023224
Prezzo: € 4.00
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Introduction
Teaching the faith is never a task to be taken or taken on lightly. But it is made all the more difficult today by the fact that the laity whom priests, religious, and lay catechists seek to serve in their catechetical ministry are bombarded from every side not just by silly and superficial distractions from the entertainment world but also, more seriously, by distorted ideas about Christ and his Church that are widely disseminated in the news media and popular culture. Be it via television, movies, or nowadays the internet and social media, the more sensationalistic and absurd an idea about Jesus is, the more it tends to be celebrated – often with the implicit message that the latest academic “discovery” calls into question traditional faith in Jesus Christ.
To take but one example: on September 18, 2012, at the International Congress of Coptic Studies held in the city of Rome, Professor Karen L. King of Harvard Divinity School presented to other academics a fragment of a papyrus written in the last stage of ancient Egyptian, namely, Coptic2. This leaf of papyrus supposedly depicted Jesus speaking about “my wife.” The news media went wild, immediately proclaiming the discovery of “The Gospel of Jesus’ Wife” – a title Prof. King used when she published the text. All this excitement ignored the clear facts of the case: the fragment’s origins were unknown and indeed suspect; the key sentence broke off after the words “my wife,” so that we were left with a few words floating in a vacuum; and the papyrus fragment itself dates from around the seventh or eighth century A.D., more than half a millennium after the time of Jesus. (Let us pass over in silence the glaring error of defining the literary genre of a whole work, in this case “Gospel”, from a mere scrap). More important, the larger context of scholarship that deals with Christian Coptic material was largely ignored by the popular media. The fact of the matter is that we are already well acquainted with a large mass of Coptic manuscripts dating from around the 4th century A.D., and many of these documents are full of imaginary and bizarre statements and stories about Jesus, statements that no sober historian would take seriously as a source for knowledge of the historical Jesus. Nevertheless, claims about the papyrus proving that Jesus had a wife received wide coverage in the newspapers, on television, and online. Scholarly questions and doubts about the papyrus were not reported with the same zeal and insistence3.
The public may be forgiven if they are unaware that in June of 2016 an investigative reporter named Ariel Sabar published in The Atlantic Monthly magazine online a lengthy article demonstrating that the [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: Nicola Ciola
Pagine:
Ean: 2484300023231
Prezzo: € 4.00
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Premessa
Uno dei rischi maggiori, quando si affronta il tema del rapporto storia-fede in riferimento a Gesù di Nazaret, sia nel contesto della ricerca storica su di lui che nella sua ricaduta sulla cristologia sistematica, è quello di parlarne come se fosse sempre la prima volta che se ne tratta. In molte pubblicazioni sembra che si inizi sempre da capo ad affrontare questo tema, dimenticando che esiste già una letteratura sconfinata, difficilmente padroneggiabile anche dentro uno specifico ambito specialistico. Cercherò di evitare questo scoglio in questo mio intervento che intende precipuamente avere come obiettivo di riferire i risultati più accreditati su qualcosa che si è verificato nel tempo (e che oggi trova un certo equilibrio), e cioè di come il nesso inscindibile storia-fede sia importante non solo sul terreno della ricerca circa la storia di Gesù di Nazaret per conoscerne il suo vero volto, ma sia anche fondamentale per la riflessione sistematica la quale, senza lo “zoccolo duro” della storia, rischia di non cogliere tutta la portata della figura di Cristo, Signore e Figlio di Dio. In altre parole cercherò di mostrare che: se la gesuologia non tende ad essere cristologia e se la cristologia non è nello stesso tempo gesuologia, accade qualche scompenso sia sul versante della ricerca storica, sia su quello della riflessione speculativa.
Vorrei subito rassicurare che l’affermazione appena formulata, cioè che la gesuologia è destinata a non rendere del tutto ragione del personaggio se non dice riferimento alla cristologia, non è da intendersi come uno sconfinamento dei rispettivi ambiti (quello della storia e quello della fede), quasi che la ricerca storica fosse costretta a saltare i necessari passaggi per negarne l’istanza critica e fare intervenire surrettiziamente la fede. Niente di tutto questo! Si vuole semplicemente dire che una storia (quella di Gesù di Nazaret), se è incapace di andare oltre se stessa, chiusa per principio ad una prospettiva che la oltrepassi (e per noi di fede), difficilmente riesce a coglierne tutta la sua portata e la sua verità. Viceversa una riflessione speculativa su Gesù, chiamato il Cristo, che non poggia sulla storia attingibile con i suoi criteri propri, rischia di interpretare ideologicamente Gesù di Nazaret spogliandolo della sua concreta identità storica e umana che, nella fede credente, è avvenimento e via di salvezza, così come l’ha colto la comunità cristiana primitiva (di ieri e di oggi), passando attraverso una ininterrotta traditio.
Insomma, il nesso storia-fede è fondamentale sia all’interno della ricerca storica per non ridurre la persona di Gesù, sia nella cristologia ecclesiale (sistematica), la quale si muove sul [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: Giuseppe Lorizio
Pagine:
Ean: 2484300023248
Prezzo: € 4.00
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0. Preamble
In the light of the «disappointing» results that the exegete recognizes at the end of his work and of the «conflict of interpretations» which we are still experiencing, one can understand – but is not obliged at all to share, on the contrary one should firmly oppose – the temptation to take refuge in reassuring catechetical or dogmatic formulations, settling for them in the knowledge of Christ that the faithful are called to cultivate. I think of the «pious seminarian» who takes this debate as an alibi for disengagement, and to whom I will never stop repeating the famous rabbinic saying: «the ignorant cannot be pious».
1. The intrusion of the term «metaphysical» between exegesis and theology
The perspective that I intend to propose once again here is rooted in the conviction that the gestures and words of Christ, as well as the Christological event itself, enclose a deep and inseparable relationship between the historical and meta-historical, physical and metaphysical, so as to require that their deep speculative and philosophical significance be brought out2.
Way back in 1904, in the midst of the modernist crisis, when Maurice Blondel dared to challenge that monster of philological and exegetical erudition of Alfred Loisy, he intended to denounce the «philosophical lacunae of modern exegesis» and introduced a sense of «metaphysics», from which it is appropriate to let ourselves be challenged here: «It should never be thought, that one should grasp with only historical sciences, a fact that is only a fact and is the whole fact. In regard to every link, as to the entire chain, psychological and moral problems which are implied in even the smallest action and derived from the most minimal testimony are suspended. And it is easy to understand why. Real history is made up of human lives; and human life is metaphysics in act. Pretending to establish historical science independently of any ideal concern […] means letting oneself be dominated, under the [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: Antonio Pitta
Pagine:
Ean: 2484300023255
Prezzo: € 4.00
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Quello dei frammenti cristologici prepaolini è un ambito fondamentale per le origini del movimento protocristiano poiché dimostra la rapida diffusione del “culto di Cristo” nel primo ventennio dalla sua morte. In verità l’affermarsi dei metodi sincronici (semiotica strutturale, narratologia e retorica-letteraria), negli ultimi decenni, ha provocato un certo disinteresse su tali frammenti. Tuttavia, riteniamo che quest’ambito di ricerca sia non soltanto legittimo, ma necessario, giacché in due occasioni Paolo stesso riconosce che ha trasmesso alle sue comunità, quanto a sua volta ha ricevuto da altri su Gesù Cristo: a proposito delle parole di Gesù durante la cena (cf. 1Cor 11,23-25) e per il kerygma più antico sulla morte, la sepoltura, la risurrezione e le prime apparizioni di Gesù Cristo (cf. 1Cor 15,3-5). I due paragrafi citati segnalano che Paolo richiama alcune tradizioni precedenti alle sue lettere, per cui si può desumere che anche altrove evochi tali tradizioni orali e/o scritte senza dover ripetere, ogni volta, la formula della trasmissione2.
La criteriologia per identificare i frammenti prepaolini è a tutt’oggi dibattuta poiché non tutti quelli proposti per più di un secolo di ricerca sono condivisi. Ad esempio non tutti gli studiosi convengono sulla natura pre-paolina di Gal 3,28 («Non c’è Giudeo, né Greco, non c’è schiavo, né libero, non c’è maschio e femmina; tutti infatti voi siete uno in Cristo Gesù») e di Rm 4,25 («… che fu consegnato a causa delle nostre trasgressioni e fu risuscitato per la nostra giustizia»). Mentre in passato si riteneva che quella di Gal 3,28 fosse una formula battesimale prepaolina3, oggi si tende a considerarla come paolina4. Anche la formula della consegna e della risurrezione di Cristo non è da tutti considerata come prepaolina5. Dunque quali criteri permettono d’identificare i frammenti cristologici prepaolini?
L’altra questione da affrontare riguarda la funzione argomentativa di tali frammenti. Una volta acquisito che queste proposizioni non sono di Paolo, ma provengono dalle tradizioni ecclesiali precedenti, quale funzione assumono nelle sue lettere? In pratica si tratta di massi erratici o di frammenti che svolgono ruoli argomentativi ben precisi? Ci soffermeremo anzitutto sulla criteriologia che ci sembra più idonea per identificare i frammenti prepaolini. Quindi dal versante contenutistico procederemo secondo tre concentrazioni contenutistiche: la morte e risurrezione di Cristo per i peccati, la Signoria di Cristo e i primi [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: Giorgio Jossa
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Ean: 2484300023262
Prezzo: € 4.00
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Nel mio libro Tu sei il re dei Giudei? Storia di un profeta ebreo di nome Gesù2 ho avanzato l’ipotesi che nella azione e predicazione di Gesù ci siano stati vari sviluppi e cambiamenti. È una ipotesi che, almeno per quanto riguarda la possibilità concreta di una sua dimostrazione in base ai vangeli canonici, incontra tra gli esegeti forti, e giustificate, resistenze. I testi evangelici sono così privi di indicazioni sicure di luogo e di tempo che non sembrano proprio autorizzare un tentativo del genere. Io continuo invece a pensare che vi siano casi, per quanto rari, in cui il tentativo è possibile. Ma qui non voglio riprendere quella ipotesi. Vorrei insistere soltanto su quelle che mi sembra siano state le due svolte decisive, e innegabili, della vita di Gesù (una terza svolta è probabilmente riconoscibile in quella affermazione della presenza del regno di Dio nella sua stessa azione e predicazione di Lc 11,20 e 17,21, che segna il primo affacciarsi della sua pretesa messianica). Riconoscere queste svolte può aiutare, a mio parere, in maniera notevole a comprendere meglio non soltanto la sua predicazione ma anche le origini della cristologia. Rivelano infatti l’esistenza di uno sviluppo nel pensiero di Gesù che avrebbe trovato la sua continuazione dopo la sua morte nella interpretazione dei discepoli.
Muovo dalla convinzione che Gesù sia stato per un certo tempo discepolo, e abbia quindi condiviso sostanzialmente il pensiero, di Giovanni Battista. So bene che è un punto discutibile. Per i vangeli sinottici il battesimo da parte di Giovanni è non soltanto il fondamento, ma la inaugurazione stessa della missione di Gesù. Dopo il battesimo i sinottici pongono infatti subito le tentazioni di Gesù, e quindi l’inizio del ministero in Galilea, senza accennare ad alcuna forma di collaborazione con Giovanni. Ma il fatto stesso di farsi battezzare da Giovanni implica da parte di Gesù una adesione al suo pensiero. Il battesimo di Giovanni non è infatti un semplice lavacro di purificazione, come vuol far credere Giuseppe, ma è legato alla necessità della penitenza; e la penitenza è legata alla imminenza del giudizio. E soprattutto la testimonianza in questo senso del quarto vangelo (Gv 3,22: «Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava»), anche se non confermata esplicitamente da alcun altro testo (ma è a questo discepolato che alludono con ogni probabilità i «quaranta giorni nel deserto tentato da Satana» di Mc 1,13; e di questo discepolato potrebbe esserci il ricordo anche nella espressione opís mou («dietro di me») con cui Marco, Matteo e Giovanni qualificano più esplicitamente l’erchómenos), mi sembra veramente difficile da rifiutare. Non si vede alcun motivo per cui esso avrebbe dovuto ricordare un dato così imbarazzante per la comunità dei discepoli (e che l’autore stesso del vangelo a 4,2 si preoccupa infatti [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: Daniel Marguerat
Pagine:
Ean: 2484300023279
Prezzo: € 4.00
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1. Prologue méthodologique
Une précaution méthodologique s’impose au seuil de mon exposé. De quel Jésus parlons-nous ici ? Du Jésus historique opposé au Christ de la foi ? Du Jésus terrestre « tel que l’ont vu ses contemporains » ? Du « vrai Jésus » exhumé du passé, opposé au miroir déformant de ses interprètes ? Quel est le statut épistémologique de l’« objet Jésus » au centre de notre recherche ?
John P. Meier a défendu la neutralité intellectuelle de la quête du Jésus de l’histoire et plaidé pour une « purely empirical, historical quest for Jesus that prescinds from or brackets what is known by faith »2. Empirique ne veut pas dire objectif, mais quelle différence entre les deux ? Je comprends cette éthique de la recherche historique comme un appel à se prémunir des penchants idéologiques qui influenceraient positivement ou négativement le cours de l’analyse ; mais il faut aussi le prendre comme un appel à détecter le cadre de pensée qui a influé sur la fixation de la mémoire chrétienne dans les textes anciens. Car, qu’appelons-nous « Jésus historique », sinon le produit de la lecture interprétative des sources par un historien ? L’investissement de la subjectivité (ou si l’on préfère : l’investissement d’une conception déterminée de la réalité) intervient à un double niveau, dans la fixation d’une mémoire du passé dont attestent les sources, d’une part, et dans l’interprétation de celles-ci par l’historien, d’autre part. Les deux pôles de ce processus, le document lu et l’opération de lecture, sont concernés : comment l’« événement Jésus » a-t-il été lu dans les sources ? Et comment les sources sont-elles lues par l’historien ?
Sur la posture de l’historien, je reste marqué par la position de ce maître que fut Henri-Irénée Marrou et son aveu de l’irrémédiable subjectivité de l’historien. Sans rien lâcher de l’esprit critique et de la rigueur nécessaire à la quête historienne de la vérité, Marrou invite l’historien à aborder son sujet avec « sympathie », car cette disposition d’esprit, dit-il, est « source et condition de la compréhension »3. Il ajoute : « Par opposition à l’objectivisme strict du vieux [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: Giuseppe Pulcinelli
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Ean: 2484300023286
Prezzo: € 4.00
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Introduzione
Non si intende qui fare una storia dell’interpretazione delle parabole evangeliche – esistono ormai molte pubblicazioni che assolvono egregiamente questo compito2 – ma soltanto esaminare se e come i maggiori studiosi delle parabole si sono posti la domanda sulla autenticità gesuana di esse e quindi sul contributo che le parabole possono fornire alla ricostruzione del Gesù storico3, in particolare del suo insegnamento.
A questo proposito diciamo subito che non si è mai messa in dubbio la seguente affermazione, tante volte ripetuta, come un dato incontrovertibile: «Gesù ha parlato in parabole» (cf. Mc 4,33-34, Mt 13,34) o forse più precisamente: «Gesù insegnava preferibilmente attraverso le parabole»; e di conseguenza si aggiungeva – il più delle volte senza fornire una adeguata argomentazione – che esse costituiscono una via privilegiata per avvicinarsi alla predicazione e al pensiero del Gesù terreno (si veda più avanti per valutare la portata di questa affermazione). E quindi il loro studio approfondito da parte di tanti esegeti è stato motivato in gran parte proprio da questa convinzione.
Ma la critica storica degli ultimi due secoli ha sempre più messo in evidenza che le fonti che abbiamo – per più del 90% costituite dai vangeli sinottici – non consentono un accesso immediato al Gesù terreno, e che risalire da questo materiale alle parole autentiche di Gesù è sempre un’impresa ardua e insicura (ma non di meno affascinante!). Questa costatazione non poteva non riguardare anche le parabole4.
1. Jülicher (1886-89; 19102) – Dodd (1935; 19362) – Jeremias (1947; 19522)
Per la nostra indagine partiamo dal monumentale lavoro di Adolf Jülicher, dell’Università di Marburg, Die Gleichnisreden Jesu (la prima parte vide la luce nel 1886 – quindi 130 anni fa – il completamento [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore: John P. Meier
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Ean: 2484300023293
Prezzo: € 4.00
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Introduction
In January of 2016, the fifth volume of my series, A Marginal Jew2, appeared in the United States. Italian, French, and Spanish translations are due to appear in the coming year. Volume Five is dedicated to a single question: which parables in the Synoptic Gospels can, with moral certainty or reasonable probability, be attributed to the historical Jesus? My contrarian answer has already generated a certain amount of debate in the United States, along with some misunderstanding of why I treat the parables the way I do. To understand my approach to the parables, it would perhaps be helpful to begin this essay by stepping back for a moment and situating Volume Five within the overall project of A Marginal Jew.
“In the beginning” – en arch, bršît – I intended to write a single volume on the historical Jesus as a prolegomenon to a commentary on the Gospel of Matthew. But then, contrary to my original plans, Volume One of A Marginal Jew itself turned into a prolegomenon for a larger study of the historical Jesus. Surely, I thought, I can complete the project with a large second volume. Well, despite the 1,118 pages of Volume Two, the second volume covered only John the Baptist, Jesus’ key message of the kingdom of God, and the miracle stories. Volume Three likewise fell short of the finish line, comprising only the Jewish followers and opponents of Jesus. I hoped that Volume Four would definitely be the end, until, as in Romans 5:20, the Law slipped in to increase not trespasses but pages. And so the whole of Volume Four wound up dealing with the thorny problem of Jesus’ relation to the Mosaic Torah.
It was at this point that, with clenched teeth, I made a solemn vow: Volume Five would be the last volume. If a Pentateuch was good enough for Moses, it was good enough for me. Volume Five would encompass the three final enigmas surrounding the historical Jesus: the riddle-speech of his parables, the riddle-speech of his self-designations (a better label than “titles”), and the final riddle of his death. But then, for better or for worse, after finishing my treatment of the parables – which was supposed to be only the first part of Volume Five – I sent the manuscript off to my editors at Yale University Press for some initial feedback. Once again, my hopes were dashed when my editors decided that my approach to the parables was so novel that it needed to be published now, with Volume Six to follow. I at first resisted, but after some Roman flee-market bargaining, I agreed to a Volume Five dedicated solely to the Synoptic parables of Jesus.
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Editore: Lateran University Press
Autore: Andrea Stabellini
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Ean: 2484300023200
Prezzo: € 4.00
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Sommario 1. Individuazione dei termini. 2. Significato letterale. 3. Utilizzo conciliare. 4. Utilizzo codiciale. 5. Rilievi critici dell’inadeguatezza semantica. 6. Una proposta terminologica: dal Mandatum-Missio canonica al Testimonium.
Summary 1. Identification of the terms. 2. Literal meaning. 3. Conciliar use. 4. Use by the Code. 5. Critical evaluation of the semantic inadequacy. 6. A terminological proposal: from Mandatum-Missio canonica to Testimonium.
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Editore: Lateran University Press
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Ean: 2484300023125
Prezzo: € 4.00
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In occasione della recente beatificazione del Servo di Dio Giovanni Battista
Montini abbiamo assistito ad un revival di pubblicazioni**. Accanto a
contributi di sicuro valore si sono moltiplicati lavori fondati su costruzioni
scientifiche ispirate a letture un po’stereotipate, che hanno riproposto, a volte,
interpretazioni consolidate. Non è questo il caso del Paolo VI. Una biografia
politica di Philippe Chenaux, che ha dato al suo lavoro un taglio originale,
costruito sulla base di una notevole mole di documentazione, edita ed inedita.
Perché tornare, come ha fatto lui, sulla vicenda umana e religiosa di questo
pontificato oggi apparentemente così lontano nel tempo? Sono convinto
che per capire a fondo la dinamica delle vicende della storia della Chiesa del
XX e XXI secolo non si possa prescindere dall’analisi profonda del pensiero,
dell’azione e dell’opera del maggior architetto del cattolicesimo contemporaneo.
Giovanni Battista Montini è stato un padre della Chiesa da cui non è
possibile prescindere. Strano destino quello di Paolo VI: è stato prima criticato,
poi contestato e infine semplicemente dimenticato, messo da parte senza
tanti complimenti, bollato con definizioni particolarmente graffianti come “il
papa del dubbio”, “Amleto”, “Paolo mesto”. Basta sfogliare alcuni importanti
sintesi del Novecento per constatare questa immotivata rimozione, da Donald
Sassoon, nella sua storia dell’Ottocento e Novecento europeo, sino a Il
[...]
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Editore:
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Ean: 2484300023095
Prezzo: € 7.50
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EDITORIALE
Il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei ha ospitato, dal 21 al 25 novembre 2016, il 51° Convegno nazionale dei rettori e operatori dei santuari italiani, sul tema Maria, Madre di Misericordia. La Rivista di Teologia Asprenas ne raccoglie gli Atti.
Il convegno si è tenuto significativamente a ridosso della chiusura dell’Anno giubilare della misericordia e in contemporanea con la promulgazione della lettera apostolica di papa Francesco Misericordia et misera (20 novembre 2016). Mentre veniva chiusa la Porta Santa il papa invitava a tenere spalancate le porte del cuore alla misericordia e all’azione dello Spirito, quasi a ricordarci che l’annuncio del perdono e dell’amore di Dio non sono momentanei ma fanno parte dell’essenza stessa della chiesa. Durante la celebrazione dell’Anno giubilare i santuari sono stati luoghi straordinari dove si è manifestata l’abbondanza della grazia di Dio. Milioni di pellegrini hanno potuto fare esperienza della riconciliazione e della guarigione, della pace interiore e della gioia, del ritorno alla fede o dell’approfondimento del proprio cammino spirituale, mentre gli operatori pastorali dei santuari si sono adoperati in vari modi per accogliere il pellegrino della fede o il visitatore distratto, per dare a tutti la possibilità di fare un vero incontro con la misericordia e la tenerezza del Padre. Si è chiuso il Giubileo, ma i santuari restano luoghi dalle porte sempre aperte per accogliere tutti, perché non c’è peccato che la misericordia non possa raggiungere, non c’è uomo o donna che non possa essere toccato dalla tenerezza di Dio. In questo, i santuari hanno un compito e una missione particolare e propria.
Le riflessioni del convegno, incentrate sul tema della misericordia e della tenerezza di Dio, sono state affidate ad alcuni professori della Sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, con una fruttuosa collaborazione tra operatori pastorali e teologi. Esse partivano da un triplice ascolto e nell’orizzonte più ampio delle prospettive e delle suggestioni suscitate dalla bolla di indizione del giubileo Misericordiae vultus. Il primo è l’ascolto dell’umano oggi. L’umanità disorientata e fragile del nostro tempo domanda una nuova sensibilità e una nuova attenzione. Nell’epoca della scomparsa del senso e delle ragioni per cui vivere, è necessario risuscitare nel cuore umano il desiderio della ricerca e la nostalgia di quell’Assoluto che possa dare pienezza e significato alla vita. L’ideale di una fraternità, il cui punto di forza è il ritrovamento della bellezza della cura per l’altro e dell’avere a cuore l’altro, può essere un sentiero (antropologico) di grande attenzione a quell’umano al quale congiungere l’annuncio evangelico. Perciò, all’umanità ferita del nostro tempo è possibile avvicinarsi non semplicemente con una dottrina ma con un’offerta di senso che, nella testimonianza della dedizione all’altro, ha la sua finalità. Papa Francesco ci ha ricordato che la misericordia è anche «la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita» (MV 2). In questa direzione va la riflessione di chi scrive su L’umanità ferita e il bisogno di salvezza.
Il secondo è l’ascolto della Scrittura. Le Sacre Scritture sono un racconto della misericordia e della tenerezza di Dio. Gesù è il volto umano di tale racconto. «La missione che Gesù ha ricevuto dal Padre è stata di rivelare il mistero dell’amore divino nella sua pienezza» (MV 8). In particolare, egli sta con i peccatori, a loro va incontro con amore compassionevole, leggendo nel cuore di ogni uomo e rispondendo ai suoi bisogni più veri. Papa Francesco ha affermato che «le relazioni di Gesù con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile. I segni che compie, soprattutto nei confronti dei peccatori, delle persone povere, escluse, malate e sofferenti, sono all’insegna della misericordia» (ivi). Egli siede a mensa con i peccatori (anzi, proprio loro sono invitati a mensa); tocca il lebbroso e si lascia toccare dall’umanità “impura”; i poveri e gli ultimi, i piccoli e i semplici, sono i primi davanti agli occhi del Padre; a tutti viene incontro con lo sguardo della tenerezza di Dio. Su questi argomenti si è soffermato GAETANO DI PALMA con la relazione L’umanità di Gesù e la sua prassi di vita.
Infine, l’ascolto della chiesa. I recenti orientamenti del 5° Convegno ecclesiale di Firenze 2015, e soprattutto il magistero del papa, invitano non solo a “sognare” ma anche a realizzare una “chiesa in uscita”, pronta a farsi carico delle debolezze e delle difficoltà di tanti nostri fratelli, a realizzare un’azione pastorale improntata alla misericordia, alla tenerezza, alla cura, all’ascolto, alla compagnia solidale. La riflessione di EDOARDO SCOGNAMIGLIO, Misericordia e tenerezza. Cuore del mistero trinitario e orizzonti del cammino della chiesa dei nostri tempi, tenta di allargarsi, con uno sguardo sapienziale, sugli aspetti teologici del mistero trinitario per rintracciarne i riverberi nel mistero della chiesa. Riconciliazione, fraternità, dialogo, ascolto, prossimità sono i termini di un’immutabile grammatica divina che si offre come modo d’essere della chiesa nel tempo. La relazione di ALFONSO LANGELLA, Il santuario luogo di misericordia e di tenerezza. Orizzonti, prospettive, indicazioni, alla luce di quanto detto, declina più precisamente gli aspetti ecclesiologici in vista di una prassi cristiana e di una pastorale ecclesiale che voglia mettere al centro la misericordia e la tenerezza come cifra dei gesti e delle azioni specifiche tipiche di un santuario, soprattutto alla luce delle indicazioni che provengono dall’Evangelii gaudium.
Ma il cuore di tutta la riflessione del convegno è stato rappresentato dalla riflessione di BRUNO FORTE su Maria, Madre di misericordia. Non è un caso che la maggior parte dei santuari sono dedicati alla Madre del Signore. Il perché ce lo ricorda ancora papa Francesco: «Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno» (MV 24). In lei, e nella dolcezza del suo sguardo, possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio.
Il volume raccoglie anche altri interventi: l’introduzione e le conclusioni, a cura di Mario Magro, direttore del Collegamento Nazionale dei Santuari d’Italia, le omelie di Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, di Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport della Conferenza Episcopale Italiana, e del cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, oltre ai vari saluti.
«Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa», ha detto papa Francesco, «ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata. Abbiamo imparato che Dio si china su di noi (cf. Os 11,4) perché anche noi possiamo imitarlo nel chinarci sui fratelli. La nostalgia di tanti di ritornare alla casa del Padre, che attende la loro venuta, è suscitata anche da testimoni sinceri e generosi della tenerezza divina. La Porta Santa che abbiamo attraversato in questo Anno giubilare ci ha immesso nella via della carità che siamo chiamati a percorrere ogni giorno con fedeltà e gioia. È la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme» (Misericordia et misera 16). Tanti sono i pellegrini che affollano ordinariamente i nostri santuari. Sono luoghi dove l’umanità del nostro tempo, disorientata, affranta o alla ricerca di Dio, si raduna. Spazi dove la pietà popolare si mostra nella pluriformità delle manifestazioni legate ai luoghi e alle tradizioni, alle storie e alle memorie di eventi straordinari, crocevia su strade dove si cammina e spesso si corre insieme, ma mai guardandosi in volto, mai incontrandosi. Luoghi dove è possibile sperimentare ancora oggi la tenerezza della carezza di Dio.
INDICE
Presentazione 5
Edoardo Scognamiglio
MISERICORDIA E TENEREZZA: CUORE DEL MISTERO TRINITARIO
E ORIZZONTI DEL CAMMINO DELLA CHIESA DEI NOSTRI TEMPI 9
Gaetano Di Palma
L’UMANITÀ DI GESÙ E LA SUA PRASSI DI VITA 39
Bruno Forte
MARIA, MADRE DI MISERICORDIA 59
Antonio Ascione
L’UMANITÀ FERITA E IL BISOGNO DI SALVEZZA 69
Alfonso Langella
IL SANTUARIO LUOGO DI MISERICORDIA E DI TENEREZZA.
ORIZZONTI, PROSPETTIVE, INDICAZIONI 97
Saluti, omelie e interventi 123
SALUTO INTRODUTTIVO (Mario Magro) 125
TELEGRAMMA DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO 133
SALUTO DELL’ARCIVESCOVO PRELATO DI POMPEI 135
SALUTO DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO DI POMPEI 138
SALUTO DELLA DIRETTRICE DEGLI SCAVI DI POMPEI 140
OMELIA DELL’ARCIVESCOVO TOMMASO CAPUTO 141
OMELIA DI MONSIGNOR MARIO LUSEK 144
OMELIA DEL CARDINALE BENIAMINO STELLA 147
CONCLUSIONI (Mario Magro) 152
Abbreviazioni e sigle 161
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Editore: Lateran University Press
Autore: Mathijs Lamberigts, Leo Declerck
Pagine:
Ean: 2484300023101
Prezzo: € 4.00
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I. Introduction
The period 2012-2015 was characterized by constant commemorations of
the 50th anniversary of the Second Vatican Council1, probably the Council that
best represented the universality of the Catholic Church with regard to the participation
of people from all continents. The Council was characterized «by an
uncommon freedom of speech and creativity, the right to take initiatives, the
belief that things could change and should be changed» 2. We immediately admit
that we did not read all books and articles published during this period, for
this was simply impossible3. Furthermore, we are very well aware that the acts
of quite a number of conferences and colloquia are still underway4. Indeed,
Vatican II was the subject of many historical studies: several (short) histories
of the Council were published, often intended to inform young students or a
[...]
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Editore: Lateran University Press
Autore:
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Ean: 2484300023910
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INDICE
Articoli
Marcello Semeraro, Sinodo dei vescovi. La “paternità” di Paolo VI 9
Giovanni Tangorra, Congar, teologo ecumenico
Philippe Chenaux, Il concilio Vaticano II e il papato da Giovanni XXIII a papa Francesco
Documenti
Piero Doria, Le carte di Oscar Cullmann nell’Archivio del concilio Vaticano II
Bertrand Lesoing, Initiatives oecuméniques à la veille du concile Vatican II: correspondance entre Mgr Giovanni Battista Montini et Louis Bouyer
Ricerche
Dries Bosschaert, Joys and Hopes of Louvain Theologians. The Genesis of Louvain Christian Anthropologies and Their Diverse Reception in “Gaudium et Spes” (1942-1965)
Cronache
Joby Jose, A New Center of Research on Vatican II in Bangalore
Recensioni
Marialuisa Lucia Sergio, su Piero Doria, Storia del Concilio Ecumenico Vaticano II, Tau Editrice, Todi 2016
Philippe Chenaux, su Lorenzo Planzi, La fabrique des prêtres. Recrutement, séminaire, identité du clergé en Suisse romande (1945-1990), Academic Press, Friburgo 2016
Piero Doria, su Matteo Mennini, La Chiesa dei poveri. Dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco, Edizioni Guerini e Associati, Milano 2016
Joby Jose, su Francis Thonippara (ed.), Revisiting Vatican II Orientalium Ecclesiarum after fifty years, Dharmaram Publications, Bengaluru 2016
Lorenzo Planzi, su Marta Busani, Gioventù Studentesca. Storia di un movimento cattolico dalla ricostruzione alla contestazione. Roma, Studium, 2016
Lorenzo Planzi, su Bruno Dumons-Vincent Petit-Christian Sorrel(sld.), Liturgie et société. Gouverner et réformer l’Eglise XIXe-XXe siècle, Presses universitaires de Rennes, Rennes 2016
Fermina Álvarez Alonso, su Pablo López-Chaves, Los intelectuales católicos en el franquismo. Las Conversaciones católicas Internacionales de San Sebastián (1947-1959), Eug, Granada 2016
Massimo Zorzin, Dicionário do Concílio Vaticano II, coodenação João Décio Passose Wagner LopesSanchez, Paulinas-Paulus, San Paolo-Brasile 2015
Segnalazioni
Piero Doria, Inventaire des papiers conciliaires de mgr. A.-M. Charue […], e Inventaire des papiers conciliaires d’Emmanuel Lanne […]
Eventi
Pionieri o profeti?Figure e luoghi del mondo cattolico per l’ecumenismo prima del Vaticano II, Convegno Internazionale, PUL, 22-24 novembre 2017
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Editore: Lateran University Press
Autore: Romano Penna
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Ean: 2484300023309
Prezzo: € 4.00
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Il senso di questo intervento, detto in breve, consiste nel considerare la dimensione messianica del Gesù storico come crocevia e biforcazione tra la speranza messianica del giudaismo e la fede messianica del cristianesimo. Il messianismo giudaico è la matrice o punto di partenza, quello gesuano è il punto mediano che fa da filtro di scomposizione, dal quale deriva il dato cristiano come sbocco o punto di arrivo.
1. Il messianismo giudaico
Il pensiero messianico, com’è noto, non appartiene alla tradizione culturale greco-romana. Non fa eccezione neppure il canto virgiliano sulla restaurazione dei saturnia regna2, dove il discusso accenno alla nova progenies che viene dall’alto del cielo (denominata puer), se non è una metafora del tempo che ricomincia il suo ciclo, si riferisce verosimilmente al figlio (ma sarebbe poi stata una figlia) che Marco Antonio avrebbe generato con Ottavia, sorella di Ottaviano, dopo il patto di Brindisi stipulato tra i due triumviri nel 40 a.C. e che, suggellato da quel matrimonio, si pensava avrebbe posto fine a ogni contesa riportando Roma all’età dell’oro3. Benché dopo il IV secolo si sia cercato di dare una lettura cristiana di quei versi4, la distanza dalla concezione messianica si conferma, se non altro, con l’idea di un ritorno indietro alla protologia (cf. i verbi redit, redeunt) che sostituisce quella ebraica di una prospettiva escatologica5.
In effetti, il messianismo è sostanzialmente un fenomeno interno al giudaismo ed esprime la speranza in un futuro radioso per il popolo d’Israele, e non solo, verso «nuovi cieli e nuova terra» (Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1) con l’intervento mediatore di un personaggio inteso come ultimo rappresentante e luogotenente di Dio6. Per la verità nell’Israele antico esisteva un messianismo senza Messia, secondo cui alla fine dei tempi sarebbe intervenuto Dio stesso ad operare in prima persona la redenzione completa di Israele, oltre che del cosmo intero. Il concetto profetico di “giorno del Signore” (Am 5,18-20; Gl 2,1.11; 3,4; Abd 15; Sof 1,7.14-18; 2,2-3; Zac 14,1; Mal 3,23) esprime appunto l’attesa di questo intervento divino per la purificazione di Israele (cf. Is 4,4-5) e l’instaurazione di una novità cosmica.
Tuttavia, recuperando l’idea della svolta operata da Davide nella storia del popolo di Israele, prese sempre più corpo l’idea di un personaggio caratterizzato con i tratti regali di un discendente di quel re, che era stato il primo ad essere stato unto come tale (cf. 1Sam 16,13: «Samuele prese il corno dell’olio e lo unse [ebr. yimša] in mezzo ai suoi fratelli»)7. La nostalgia della monarchia portò anche dopo l’esilio babilonese a parlare dell’Unto per eccellenza (detto in ebraico mšîa, in aramaico mešî’, in greco messías), sia decantando Betlemme come luogo di provenienza di «colui che deve é [...]
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Editore: Lateran University Press
Autore:
Pagine:
Ean: 2484300023934
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INDEX
I. Apostolica
SupremumSignaturæ Apostolicæ Tribunal, Decreta
CristianBegus, Adnotationes in Decreta
II. Studia
Javier Belda Iniesta, La stagione conciliare antica
Francesco Caponnetto, Metodo comparativo e Diritti religiosi
Francesco Catozzella, La durata della convivenza coniugale. Valore probatorio alla luce della Giurisprudenza rotale
Federica de Santis, Religious Rights of the European Workers. The Right to Manifest One’s Religion
III. Argumenta
Vincenzo Buonomo, Consiglio, consultazione e consulenza nel Diritto internazionale
Paolo Gherri, Bilancio canonistico della Decima Giornata canonistica interdisciplinare
Sara PariniVincenti, Æquitas canonica e periculum animæ nello svolgimento del patto nudo in Diritto canonico
V. Bibliographica
Opera recognita
Opera edita
Fontes huius voluminis
Bibliographia huius voluminis
VI. Indices
Index Canonum CIC 1983
Index Canonum CCEO 1990
Index Nominum et Auctorum
Index generalis
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Editore: Edizioni Messaggero
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Ean: 2484300024207
Prezzo: € 6.75
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INDICE
Editoriale: Tra riflessione teologica ed esperienza credente
GIOACCHINO CURIELLO
Nominare lo Spirito Santo: limiti e possibilità
VERÓNICA ROLDÁN
L’esperienza dello Spirito Santo nei movimenti cattolici.
Il caso del Rinnovamento carismatico
GERMANO SCAGLIONI
Simboli biblici dello Spirito Santo
VALENTINO MARALDI
Il grembo ecclesiale dello Spirito
GIANLUIGI PASQUALE
I doni e i frutti dello Spirito nella teologia dal Vaticano II
IOANNIS SPITERIS
Per una (ecologia?) cosmologia pneumatologica
GILBERTO DEPEDER
Lo Spirito soffia dove vuole? Libertà dello Spirito
e universalità della salvezza
SIMONE MORANDINI
«È lo spirito che dà la vita». Per un’etica ecumenica
DARIS SCHIOPPETTO
L’intuizione fondamentale di san Francesco
NATAŠA GOVEKAR
La colomba e il fuoco come immagini dello Spirito Santo
Invito alla lettura (Gianluigi Pasquale)
EDITORIALE
Tra riflessione teologica
ed esperienza credente
Il tempo dell’oblio è alle spalle. Nella riflessione teologica occidentale,
l’interesse per la persona dello Spirito Santo si è notevolmente ravvivato,
come testimonia la ricchezza (alcuni parlano di «effervescenza»)
della ricerca in campo pneumatologico nell’ultimo quarantennio, a
partire cioè dall’enciclica Dominum et vivificantem (1986) di Giovanni
Paolo II fino ai nostri giorni. Seppur con qualche chiaroscuro,
anche nella comunità ecclesiale è cresciuta la consapevolezza riguardo
alla presenza e al ruolo dello Spirito nel vissuto del credente, come in
ogni aspetto dell’esperienza di fede. Dall’ecumenismo al dialogo interreligioso,
dalla ricerca teologica alla preghiera personale e liturgica,
dalla forma di presenza nel mondo, ai rapporti intraecclesiali, non vi è
settore della vita cristiana che non abbia tratto beneficio dal rinnovato
ascolto di «ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 2,7).
La “riscoperta” dello Spirito Santo è, dunque, tra le novità più
importanti del postconcilio, tanto nella teologia che nella vita della
chiesa. Numerosi e significativi gli effetti di questa “nuova Pentecoste”:
il moltiplicarsi dei trattati teologici sullo Spirito Santo non più
ancorati agli schemi manualistici del passato (in ambito cattolico, si [...]
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