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Santuario San Giuseppe (San Damiano d’Asti)

La chiesa si affaccia sulla piazza principale del paese.

La chiesa venne fatta erigere dalla confraternita di San Giuseppe e del Santissimo Nome di Gesù fondata nel 1563 che, sin dal 1563, disponevano di quel sito su cui, in precedenza, sorgeva un monastero benedettino (XV secolo ?).
La leggenda legata alla costruzione della chiesa è stata tramandata oralmente: si racconta di una fontana, sita nel chiostro del convento dei Benedettini, che avrebbe iniziato a zampillare in modo insolito. Il fenomeno colpì i confratelli e gli abitanti del paese che lo interpretarono come un segno di san Giuseppe. Si decise allora di dedicare una chiesa al santo e la fontana cessò di zampillare.
L'edificio sacro è un bellissima chiesa in stile tardo-barocco (vicino all'esempio di Superga), a navata unica, croce latina con bracci molto corti e cupola ellittica molto elevata (28 m). La facciata è intonacata, mentre la cupola è in mattoni a vista, ornata da stupende formelle di cotto policrome che ne ornano parzialmente la superficie. Il campanile, tardo settecentesco, fu progettato dall'architetto Filippo Castelli, figlio dell'ingegnere Giuseppe, ed è alto 28 m come la cupola. Parte della facciata è stata ritoccata nel 1859 e il pavimento è stato rifatto nel 1869.

Cronologia eventi:
1563: fondazione della confraternita di San Giuseppe.
1715: inizio dei lavori di costruzione dell'edificio.
1740: completamento dell'opera.
1984: ultimo restauro della parte muraria.
1998: rifacimento del tetto.

Oggetto del culto:
Dipinto raffigurante san Giuseppe, canuto e col bastone, col Bambino in braccio, databile presumibilmente alla prima metà del XVII secolo (autore ignoto).

Festività principale: 2 gennaio; 19 marzo
Coincidenza liturgica: Santissimo Nome di Gesù; San Giuseppe

Note sulla liturgia:
messa settimanale, lunedì mattina (giorno di mercato);
liturgia dell'Adorazione, sabato pomeriggio;
saltuari i matrimoni e i battesimi; v talora è stata adibita a camera ardente (soprattutto per confratelli deceduti o loro familiari).

Note sulle pratiche rituali particolari:
Fino agli anni '70 di questo secolo i confratelli partecipavano alle varie processioni del paese. Attualmente queste si sono diradate, ma le due confraternite sono ancora molto attive e vitali.
Presso il santuario è ancora viva e sentita la tradizione dei "caritùn" che sono dei pani poco lievitati (ma non azzimi) che portano sopra il sigillo della confraternita e il monogramma IHS. Confezionati da un panettiere del paese, essi vengono venduti ogni anno nei giorni di giovedì e venerdì santo, secondo una tradizione che pare risalga ai primi anni di attività della confraternita. In età moderna i proventi delle vendite venivano devoluti ai poveri, attualmente sono destinati ai restauri e alle opere di mantenimento della chiesa.




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