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Chiesa di Sant’Antonio

La Chiesa attuale venne realizzata dai gesuiti sul sito di una preesistente chiesa gotica a tre navate testimoniata oggi solo dal campanile, cronologicamente assegnabile al 1445. la costruzione della nuova Chiesa ebbe inizio nel 1770. A Filippo Juvarra viene attribuita la paternità del nuovo edificio, che sarebbe stato realizzato da Giuseppe Bays venti anni dopo la morte dell’architetto messinese. Questo ritardo esecutivo e la diversa direzione non paiono tuttavia sufficienti a spiegare il divario compositivo tra la Chiesa di S. Antonio e le altre costruzioni religiose del maestro.
A fianco della Chiesa, lungo via Vittorio, sorgeva il convento, ora adibito ad uffici e abitazioni: la sua costruzione venne finanziata dalla municipalità chierese in cambio della gestione delle scuole pubbliche da parte dei gesuiti, che ne curarono effettivamente il funzionamento dal 1650 al 1709, anno in cui ne cedettero la gestione ai barnabiti.
I Gesuiti, che si erano stabiliti inizialmente nel convento di S. Antonio, realizzarono il nuovo convento sul sedime di quello antico creando un complesso a pianta quadrangolare con cortile centrale al quale venne poi aggiunta, nel 1709, una manica a tre piani dei quali l’ultimo aperto in una loggia; in anni successivi tale corpo fu innalzato di un piano.
Soppressa nel 1773 la Compagnia di Gesù, nel convento si trasferirono i Francescani, che rimasero fino alla oppressione degli ordini religiosi, nel 1802.
Il Convento fu adibito a scuole e sono nel 1819 fu restituito (insieme alla Chiesa) ai Gesuiti, che dal 1821 vi stabilirono il noviziato: una lapide ricorda il soggiorno del giovane San Giovanni Bosco. L’interno della Chiesa, che esternamente si compone come un tabernacolo, è riccamente ornato di stucchi e dipinti. La coloritura e la doratura degli affreschi, originariamente Bianchi, risale all’inizio del secolo. Nel centro volta è raffigurata la Gloria di Sant’Antonio, del torinese Antonio Blanseri, allievo del Beaumont. Risalgono al XVIII secolo le stazioni della Via Crucis, opera di Giovanni Battista Bernero di Cavallermaggiore. Il pulpito posto sul lato sinistro appartiene alla fase gotica e secondo la tradizione locale era stato realizzato per l’Abbazia di S. Antonio di Ranverso e trasportato a Chieri probabilmente per salvarlo durante l’invasione napoleonica.



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